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Antonio Gramsci. La passione di essere nel mondo Copertina flessibile – 28 gennaio 2015
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- Età di letturaDa 3 anni in su
- Lunghezza stampa174 pagine
- LinguaItaliano
- Dimensioni20.6 x 1.6 x 14 cm
- EditoreFeltrinelli
- Data di pubblicazione28 gennaio 2015
- ISBN-108807227010
- ISBN-13978-8807227011
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Dettagli prodotto
- Editore : Feltrinelli (28 gennaio 2015)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 174 pagine
- ISBN-10 : 8807227010
- ISBN-13 : 978-8807227011
- Peso articolo : 458 g
- Dimensioni : 20.6 x 1.6 x 14 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 232,922 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 10,346 in Filosofia (Libri)
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Gramsci Ã' uno dei pensatori di riferimento cruciali di Diego Fusaro: lo accomunano la visione politico-ideologica (dove per 'ideologia' qui si intende il semplice significato etimologico di 'sistema di idee e valori) e, molto, la passione e la 'partigianeria', che hanno in 'odio gli indifferenti' e vogliono, ancora, nonostante tutto, cambiare, in modo profondo, alternativo e non fittizio, lo stato presente delle cose.
Il libro Ã' un'approfondita, colta e partecipe disamina della 'filosofia della praxis' di Antonio Gramsci, il Marx italiano, in particolare alla luce dell'opera fondamentale del pensatore sardo: i 'Quaderni del carcere'. Non Ã' una 'passeggiata' leggera, sia per i concetti esposti che per il linguaggio dotto e in alcuni punti 'ardito', ma se si ha voglia di investire tempo e attenzione per 'capire', si viene ripagati: naturalmente in misura maggiore o minore a seconda della conoscenza che si ha in partenza della visione gramsciana e di quanto si sia più o meno specialisti della materia. Ma per tutti credo sia garantita una riflessione non scontata e sempre illuminante, che costringe a confrontarsi anche con l'oggi e spinge ad amare considerazioni sul deserto, valoriale e di politica, attuale.
Forse un neo Ã', qui e là , una certa ripetitività nella sottolineatura di alcuni pensieri 'forti', sia di Gramsci che dell'autore; ma questa ridondanza può aiutare a fissare meglio concetti, valori e orientamenti di entrambi.
Utile per cogliere alcuni tratti-chiave della visione di Fusaro, che cerca di attualizzare Gramsci, può essere un frammento tratto dal capitolo finale:
«Ereditare Gramsci e ripartire dal suo sentiero interrotto significa, allora, riscoprire la passione durevole del conflitto contro il capitale e in difesa dellâumanità offesa, assumendo come telos del pensiero e dellâazione lâemancipazione del genere umano, universalisticamente inteso, dalla dittatura dellâeconomia e dai rapporti di forza classisti. Significa, di conseguenza, riscoprire il senso della dissidenza e dellâindocilità ragionata, affinché lo âspirito di scissioneâ torni a costituire una prassi condivisa in grado di porre in essere un nuovo campo di lotta per attuare una vera âriforma intellettuale e moraleâ e creare unâegemonia alternativa rispetto a quella, sempre più opprimente, del pensiero unico planetario e del nuovo ordine mondiale.»
Antonio Gramsci nell'ambito del pensiero italiano del Novecento ha un suo posto legato al destino bipolare del Socialismo diviso tra la spinta nazionalista (Benito Mussolini) e la spinta internazionalista (Antonio Gramsci). Su questo bipolarismo non ci può essere dubbio di sorta, anche solo per il fatto che essere comunista negli anni Venti e Trenta del Novecento significava politicamente essere nella Terza Internazionale.
La vicenda del Socialismo italiano è complicata. La dissonanza è vista però chiaramente dal popolo che dapprima osannò il Duce nazional-popolare poi dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale presentò al Duce sconfitto la domanda: "" Dalla schiera dei partigiani qualcuno esclamò: « Perché hai tradito il socialismo? » Tutto quello che aveva segnato in maniera decisiva la sua vita gli veniva per l'ultima volta incontro, e di fronte a tutto egli non poteva che riconoscere la propria sconfitta."" (Ernst Nolte, Der Faschismus in seiner Epoche). Con ciò terminavano le guerre nazional-popolari sul territorio europeo. E non potranno risorgere.
Gramsci incarcerato ebbe a riflettere (prima di Mussolini) sull'eclisse del socialismo e l'Autore sottolinea con dovizia di citazioni dai "Quaderni dal carcere" questa carenza d'origine nel socialismo, vale a dire il rifiuto del nesso meccanicistico con la rivoluzione comunista prospettando un Gramsci incarcerato fautore di ideologie patriottiche e rivoluzione culturale. Qui sta la critica gramsciana del Fascismo come "demagogia deteriore" fino ad arrivare all'egemonia culturale-politica, volontà collettiva. L'Autore si addentra quindi in una interpretazione del pensiero gramsciano che però difficilmente si adatta alla definizione di Gramsci come "il Marx italiano".
Il libro è dotato di un abbondante apparato bibliografico e di note al testo per ulteriore approfondimenti. Consigliato.
Consigliato a tutti !
Ema
rapporto qualità - prezzo direi ottimo.
Complimenti a Diego Fusaro.