Prezzo di copertina: | EUR 16,90 |
Prezzo Kindle: | EUR 3,00 Risparmia EUR 13,90 (82%) |
include IVA (dove applicabile) | |
Venduto da: | Amazon Media EU S.à r.l. |

Scarica l'app Kindle gratuita e inizia a leggere immediatamente i libri Kindle sul tuo smartphone, tablet o computer, senza bisogno di un dispositivo Kindle. Maggiori informazioni
Leggi immediatamente sul browser con Kindle per il Web.
Con la fotocamera del cellulare scansiona il codice di seguito e scarica l'app Kindle.
![Autogrill: La straordinaria storia di Rocco Pantano (I Narratori Vol. 39) di [Michele Lamacchia]](https://m.media-amazon.com/images/I/410c3289tSL._SY346_.jpg)
Autogrill: La straordinaria storia di Rocco Pantano (I Narratori Vol. 39) Formato Kindle
Prezzo Amazon | Nuovo a partire da | Usato da |
Copertina flessibile
"Ti preghiamo di riprovare" | 16,05 € | — |
- Formato Kindle
3,00 € Leggilo con la nostra App gratuita - Copertina flessibile
16,05 €
- LinguaItaliano
- EditoreAltrimedia Edizioni
- Data di pubblicazione14 novembre 2019
- Dimensioni file2183 KB
Dettagli prodotto
- ASIN : B081K4M13X
- Editore : Altrimedia Edizioni (14 novembre 2019)
- Lingua : Italiano
- Dimensioni file : 2183 KB
- Da testo a voce : Abilitato
- Screen Reader : Supportato
- Miglioramenti tipografici : Abilitato
- Word Wise : Non abilitato
- Memo : Su Kindle Scribe
- Lunghezza stampa : 265 pagine
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 424,628 in Kindle Store (Visualizza i Top 100 nella categoria Kindle Store)
- n. 94,344 in Letteratura e narrativa (Kindle Store)
- n. 280,236 in Narrativa di genere
- Recensioni dei clienti:
Recensioni clienti
Le recensioni dei clienti, comprese le valutazioni a stelle dei prodotti, aiutano i clienti ad avere maggiori informazioni sul prodotto e a decidere se è il prodotto giusto per loro.
Per calcolare la valutazione complessiva e la ripartizione percentuale per stella, non usiamo una media semplice. Piuttosto, il nostro sistema considera cose come quanto è recente una recensione e se il recensore ha acquistato l'articolo su Amazon. Ha inoltre analizzato le recensioni per verificarne l'affidabilità.
Maggiori informazioni su come funzionano le recensioni dei clienti su Amazon
Recensito in Italia il 8 dicembre 2019
-
Migliori recensioni
Recensioni migliori da Italia
Al momento, si è verificato un problema durante il filtraggio delle recensioni. Riprova più tardi.
Michele Lamacchia è molto bravo nel creare quell'aspettattiva che spinge il lettore ad andar avanti, a non mollare più il libro dopo averne letto la prima pagina. Perché il lettore vorrà arrivare a quel giorno, vorrà sapere.
Ci troviamo di fronte a una vicenda corale, a una di quelle storie dove ogni dettaglio pare essere solo un dettaglio, ma che alla fine saprà trovare una collazione. Dove ogni personaggio compirà il percorso che lo porterà a "quel giorno" (che sono anche le parole di apertura di tutto il romanzo). Ci troviamo davanti a un viaggio, a più viaggi fatti nello spazio, ma anche nel tempo. L’autore è molto bravo nel gestire la coralità della vicenda, nell’intrecciare fili senza perdere nulla per strada, nel creare una struttura senza alcuna sbavatura.
È una storia del Sud quella che ci viene raccontata, con un linguaggio a tratti aspro, come il paesaggio lucano che fa da sottofondo alle vicende; ma che sa anche essere ammorbidito dalla storia di un amore giovane, dalla purezza di un ragazzo che non è capace di reggere le emozioni, ma che dovrà trovare un modo per farlo.
L'autore, comunque, non ci parla solo di Sud, ci racconta l'animo umano con le sue miserie e sfaccettature. Ci chiede quale possa essere un motivo valido per compiere una rivoluzione e, forse, se vogliamo o se siamo capaci di vederla, riesce anche a darci una risposta.
Michele Lamacchia è un vero cantastorie moderno e con Autogrill ci regala un romanzo visivo, quasi cinematografico, ci lascia la sensazione che stia inseguendo i suoi personaggi con una macchina da presa.
In merito ai dialoghi di questo romanzo mi sento di aggiungere una stellina in più! Io li ho trovati paragonabili al miglior Tarantino, a quel parlare anche di banalità, ma con uno scopo ben preciso: disegnare il personaggio, farcelo inquadrare, vedere insomma. Come del resto farci capire una situazione, un legame, un rapporto.
Quindi, io questo libro lo consiglierei a chi ama le storie, a chi ama il Sud e a chi fugge la banalità.

Recensito in Italia 🇮🇹 il 8 dicembre 2019
Michele Lamacchia è molto bravo nel creare quell'aspettattiva che spinge il lettore ad andar avanti, a non mollare più il libro dopo averne letto la prima pagina. Perché il lettore vorrà arrivare a quel giorno, vorrà sapere.
Ci troviamo di fronte a una vicenda corale, a una di quelle storie dove ogni dettaglio pare essere solo un dettaglio, ma che alla fine saprà trovare una collazione. Dove ogni personaggio compirà il percorso che lo porterà a "quel giorno" (che sono anche le parole di apertura di tutto il romanzo). Ci troviamo davanti a un viaggio, a più viaggi fatti nello spazio, ma anche nel tempo. L’autore è molto bravo nel gestire la coralità della vicenda, nell’intrecciare fili senza perdere nulla per strada, nel creare una struttura senza alcuna sbavatura.
È una storia del Sud quella che ci viene raccontata, con un linguaggio a tratti aspro, come il paesaggio lucano che fa da sottofondo alle vicende; ma che sa anche essere ammorbidito dalla storia di un amore giovane, dalla purezza di un ragazzo che non è capace di reggere le emozioni, ma che dovrà trovare un modo per farlo.
L'autore, comunque, non ci parla solo di Sud, ci racconta l'animo umano con le sue miserie e sfaccettature. Ci chiede quale possa essere un motivo valido per compiere una rivoluzione e, forse, se vogliamo o se siamo capaci di vederla, riesce anche a darci una risposta.
Michele Lamacchia è un vero cantastorie moderno e con Autogrill ci regala un romanzo visivo, quasi cinematografico, ci lascia la sensazione che stia inseguendo i suoi personaggi con una macchina da presa.
In merito ai dialoghi di questo romanzo mi sento di aggiungere una stellina in più! Io li ho trovati paragonabili al miglior Tarantino, a quel parlare anche di banalità, ma con uno scopo ben preciso: disegnare il personaggio, farcelo inquadrare, vedere insomma. Come del resto farci capire una situazione, un legame, un rapporto.
Quindi, io questo libro lo consiglierei a chi ama le storie, a chi ama il Sud e a chi fugge la banalità.

Ebbene, non è questo il tipo di scrittura che caratterizza le pagine del nuovo libro di Michele Lamacchia (Autogrill: la straordinaria storia di Rocco Pantano, Altrimedia Edizioni, 2019), anzi…
Qui la scena o, meglio, le scene da intendersi come vere e proprie rappresentazioni storico-ambientali e umane, sono raccontate attraverso le maglie ruvide di una trama letteraria che graffia e lascia dei segni, in un linguaggio schietto che più vero non si può.
Come quella corrente artistica che nel cesto di frutta ti mostra proprio quel lato marcio della mela, allo stesso modo, tra le pagine, lo stile asciutto e diretto (non appesantito da alcun fronzolo di maniera) non solo sottolinea la falla, la pecca, il “guasto” ch’è presente in tutte le cose, nei luoghi e negli eventi, ma accende anche un riflettore e lo punta al lato oscuro dei protagonisti delle vicende narrate. Personaggi (tanti personaggi!) ciascuno dei quali alle prese con i propri demoni, fantasmi, errori, timori e personali “rivoluzioni” realizzate o mancate, sullo scorcio di un remoto (e fittizio) avamposto lucano, realtà sospesa nel tempo e appena raggiunta – sembrerebbe – dall’eco dei dinamismi e dei fermenti storici e culturali che investono in quello stesso frangente (siamo negli anni Novanta) il resto dell’Italia.
Una storia, tante storie intrecciate insieme alle vicende umane dei suoi personaggi e declinate nei vari particolarismi, nelle faccende e negli affanni di questa geografia meridionale: c’è il racconto, la vita e la strada che accoglie e rigetta, salva e condanna, lasciando anche cadere e morire.
Tutto nel libro è simbolo: parla al presente, accompagna in anfratti remoti e rimanda continuamente ad altro, all’altro aspetto della facciata, tanto che (a cominciare dal paesaggio, grande protagonista della narrazione) nulla – ma proprio nulla – è davvero come appare! Ogni personaggio, non solo il protagonista Rocco, ha un suo peso specifico nell’economia della storia, ciascuno è mosso da sentimenti contrastanti che, assai spesso, poco o nulla hanno di nobile o disinteressato: brama, avidità, illusione, voglia di riscatto, rivalsa e disperazione… Tutti e tutte le vicende convergono sul Montedoro, come chiamati ad un arcaico appuntamento fissato nello stesso luogo e nello stesso giorno, recando con sé un indimenticato retaggio del passato, l’illusione e la speranza di un cambiamento. Si mescolano esistenze, storie di cristiani, criminali, donne, “streghe”, uomini, cani, briganti e bambini. E poi, ancora, preti, santi, chi parla troppo e chi tace, chi zoppica, chi corre e chi sfreccia in bicicletta per vie sdrucciolevoli. E, infine, c’è anche l’amore nelle sue varie accezioni: l’amore per la “roba”, per la vita e i luoghi, l’amore mal dimostrato e mai imparato, e poi c’è l’amore quello autentico che nasce senza spiegazione e ti fa rincorrere autobus ed occasioni. L’amore – in tutti i sensi che sia possibile abbracciare – che cova in sé il più fertile germe di ogni rivoluzione.

Ebbene, non è questo il tipo di scrittura che caratterizza le pagine del nuovo libro di Michele Lamacchia (Autogrill: la straordinaria storia di Rocco Pantano, Altrimedia Edizioni, 2019), anzi…
Qui la scena o, meglio, le scene da intendersi come vere e proprie rappresentazioni storico-ambientali e umane, sono raccontate attraverso le maglie ruvide di una trama letteraria che graffia e lascia dei segni, in un linguaggio schietto che più vero non si può.
Come quella corrente artistica che nel cesto di frutta ti mostra proprio quel lato marcio della mela, allo stesso modo, tra le pagine, lo stile asciutto e diretto (non appesantito da alcun fronzolo di maniera) non solo sottolinea la falla, la pecca, il “guasto” ch’è presente in tutte le cose, nei luoghi e negli eventi, ma accende anche un riflettore e lo punta al lato oscuro dei protagonisti delle vicende narrate. Personaggi (tanti personaggi!) ciascuno dei quali alle prese con i propri demoni, fantasmi, errori, timori e personali “rivoluzioni” realizzate o mancate, sullo scorcio di un remoto (e fittizio) avamposto lucano, realtà sospesa nel tempo e appena raggiunta – sembrerebbe – dall’eco dei dinamismi e dei fermenti storici e culturali che investono in quello stesso frangente (siamo negli anni Novanta) il resto dell’Italia.
Una storia, tante storie intrecciate insieme alle vicende umane dei suoi personaggi e declinate nei vari particolarismi, nelle faccende e negli affanni di questa geografia meridionale: c’è il racconto, la vita e la strada che accoglie e rigetta, salva e condanna, lasciando anche cadere e morire.
Tutto nel libro è simbolo: parla al presente, accompagna in anfratti remoti e rimanda continuamente ad altro, all’altro aspetto della facciata, tanto che (a cominciare dal paesaggio, grande protagonista della narrazione) nulla – ma proprio nulla – è davvero come appare! Ogni personaggio, non solo il protagonista Rocco, ha un suo peso specifico nell’economia della storia, ciascuno è mosso da sentimenti contrastanti che, assai spesso, poco o nulla hanno di nobile o disinteressato: brama, avidità, illusione, voglia di riscatto, rivalsa e disperazione… Tutti e tutte le vicende convergono sul Montedoro, come chiamati ad un arcaico appuntamento fissato nello stesso luogo e nello stesso giorno, recando con sé un indimenticato retaggio del passato, l’illusione e la speranza di un cambiamento. Si mescolano esistenze, storie di cristiani, criminali, donne, “streghe”, uomini, cani, briganti e bambini. E poi, ancora, preti, santi, chi parla troppo e chi tace, chi zoppica, chi corre e chi sfreccia in bicicletta per vie sdrucciolevoli. E, infine, c’è anche l’amore nelle sue varie accezioni: l’amore per la “roba”, per la vita e i luoghi, l’amore mal dimostrato e mai imparato, e poi c’è l’amore quello autentico che nasce senza spiegazione e ti fa rincorrere autobus ed occasioni. L’amore – in tutti i sensi che sia possibile abbracciare – che cova in sé il più fertile germe di ogni rivoluzione.
