L'anima di Chopin è davvero una collezione di anime: può esserci l'anima triste, l'anima che spezza il cuore, ma allo stesso tempo l'anima eroica, l'anima tragica e l'anima ironica, l'anima che si tuffa con passione, con entusiasmo sorprendente nella vita e invece l'anima che è spezzata da un nichilismo davvero moderno. Gastone Belotti sostiene che tutta la produzione di Chopin è un grande autoritratto; in realtà è una sonda molto profonda gettata nel confine sottile che divide il conscio e l'inconscio, e assistiamo al duro lavoro intimo, attraverso questa scrittura, che Chopin fa su se stesso, come la malattia, come la sofferenza, come la gioia intaglia il suo io interiore che crea un tessuto molto sofisticato e sottile. Come in ogni personalità estremamente complessa, dobbiamo trovare modi indiretti e alternativi per affrontarlo e mettere in evidenza nuovi valori e, auspicabilmente, nuovi significati. Quindi il modo che abbiamo trovato implica mettere fianco a fianco la voce di Chopin e la voce dei grandi parolieri di ogni tempo, non solo i suoi contemporanei, ma anche gli autori del 20° secolo. Per il primo volume dell'opera completa di Chopin abbiamo deciso di abbinarlo a Emily Dickinson, per il secondo volume a Giacomo Leopardi. Non c'è mai stato un contatto diretto tra questi artisti, ma tante sono le affinità, da un punto di vista psicologico-umano e linguistico, artistico-estetico, che ci sembra appropriato abbinare la loro vita e le loro opere.