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Death Stranding - PlayStation 4
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Informazioni su questo articolo
- Kojima, il padre della saga Metal Gear torna con un nuovo grande titolo - Gameplay innovativo caratterizzato da un’elevata qualità grafica
- Un Open World unico per un’ esperienza di gioco memorabile - Una storia coinvolgente che farà riflettere ed emozionare il giocatore
- Motion Capture Technology e Cast d’eccezione per un gioco cinematografico
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Dettagli prodotto
- Età consigliata : Dai 18 anni in su
- Dimensioni del collo : 17,02 x 13,46 x 1,52 cm; 80 grammi
- Data d'uscita : 8 novembre 2019
- Garanzia e recesso: Se vuoi restituire un prodotto entro 30 giorni dal ricevimento perché hai cambiato idea, consulta la nostra pagina d'aiuto sul Diritto di Recesso. Se hai ricevuto un prodotto difettoso o danneggiato consulta la nostra pagina d'aiuto sulla Garanzia Legale. Per informazioni specifiche sugli acquisti effettuati su Marketplace consulta la nostra pagina d'aiuto su Resi e rimborsi per articoli Marketplace.
- ASIN : B07DLGT47C
- Numero modello articolo : 4S-JI7A-259O
- Paese di origine : Austria
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- n. 201 in Giochi per PlayStation 4
- Recensioni dei clienti:
Descrizione prodotto
DEATH STRANDING
Descrizione Prodotto


Death Stranding - PlayStation 4
Dal leggendario autore Hideo Kojima è in arrivo un'avventura d'azione open world per PS4 che sfida ogni definizione di genere, con la partecipazione di Norman Reedus, Mads Mikkelsen, Léa Seydoux e Lindsay Wagner.
In un futuro non troppo lontano, il mondo è sconvolto da misteriose esplosioni, che danno vita a una serie di eventi soprannaturali chiamati Death Stranding. Con creature ultraterrene che infestano il paesaggio e un'incombente estinzione di massa, sarà Sam Porter Bridges a dover attraversare una terra desolata e devastata per cercare di salvare il genere umano dall'imminente annientamento.

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Recensioni clienti
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Migliori recensioni
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In bilico precario tra il capolavoro e la porcheria, ma nessuno dei due in definitiva. Death Stranding mischia una grafica da urlo ed un approccio cinematografico perfetto ad una tediosa, pedante, indistricabile e avvilente esecuzione, sia in narrazione che in gameplay. Come esperienza è sia una novità che unica nel suo genere, ma come videogioco è uno dei peggiori di questa decade.
Se avete (letteralmente) pazienza da vendere, le ripetizioni non vi stufano, siete fortemente inclini al perdono e la logica e/o dinamica narrativa non rientra/no nelle vostre considerazioni, è il titolo adatto a voi.
Voto: 6/10 - Personale: 8/10
LA RECENSIONE, 10.000% SENZA SPOILER
Diamine, se è stata un'impresa... Complimenti, Kojima, complimenti davvero! Spero sinceramente che sia stata la prima e l'ultima volta, la mia pazienza ed integrità ne risentirebbero profondamente altrimenti!
Contrariamente a quanto ha fatto una buona fetta dei giornalisti e recensori di questo gioco che ho trovato qua e là in rete, professionali e non, sedicenti e presunti tali, ho deciso di attendere la conclusione di Death Stranding per poter recensirlo con un'analisi più completa possibile, senza bisogno di fare il brillante con giudizi preliminari basati su belle parole, tanto fanatismo e nulla di concreto su cui discutere. Se siete fra questi, non sentitevi offesi: è solo un discorso di onestà critica verso il prodotto in questione! E, credetemi, data la natura del titolo, ne richiede non poca.
Fummo tutti accolti dal trenino dell'hype nel 2016, quando per la prima volta ponemmo lo sguardo su quel misterioso trailer, la cui oscurità e forte simbolismo ci attrassero magneticamente alla prospettiva di qualcosa di nuovo, innovativo, irripetibile e sconvolgente. Il trenino dell'hype era partito. Ma giunti al capolinea, potevamo mai immaginare cosa avremmo trovato?
PRO
- La grafica di Death Stranding è una delle cose più belle e strabilianti che al momento possiamo contemplare. L'engine Decima di Guerrilla compie un'opera magistrale di rendering, e già tremo all'idea di come ci investirà Horizon Zero Dawn 2 su PS5;
- Per quanto il mondo di gioco non sia uno dei più densi di contenuti e vitalità, l'ambientazione è fascinosamente opprimente, ed enfatizza egregiamente il contesto post-apocalittico del titolo;
- È nei momenti di quiete e solitudine, quando la soave colonna sonora echeggia per le valli, che Death Stranding mostra il meglio di sè, con forza sorprendente, e chi ha già fatto esperienza di Journey e Shadow of the Colossus ritroverà sensazioni familiari e brividi quasi nostalgici tra la silente desolazione che avvolge tutto;
- La pazienza viene generosamente ricompensata, dacchè se persisterete nelle vostre imprese, verrete in possesso di nuova attrezzatura, strutture, armi e mezzi di trasporto che faciliteranno di molto l'attraversamento dell'America devastata, fornendo al contempo uno studiatissimo ed impeccabile senso di progressione nel gioco;
- Tantissimo simbolismo e tantissimi significati, che abbiate conoscenze di semiologia o siate dei semplici appassionati, ci sarà pane per i vostri denti;
- Forse il più grande pregio di Death Stranding: il suo essere totalmente personale in rapporto al giocatore. Benchè ne abbia elencate parecchie sia nei PRONTRO che nei CONTRO, non si può negare che l'intimità degli avvenimenti nel gioco può invero far riflettere ed elaborare un pensiero critico al riguardo, se si saprà dare il giusto tempo al compiersi dei suddetti eventi (e se non si vanta fanatismo incondizionato nè una bella mazzetta in tasca, per il discorso di cui alla premessa...);
- Le interpretazioni del cast stellare aggiungono svariati punti di apprezzamento al titolo in toto, peccato per la pedante sceneggiatura nella quale sono stati coinvolti...
PRONTRO (Molto personali, ma tranquillamente opinabili se lo riterrete giusto)
- Lungi da me il voler fare l'antipatico saccente, ma ciò che predissi svariati mesi fa (così come penso abbiano fatto parecchie altre persone) al rilascio del primo gameplay si è rivelato la verità: Death Stranding è un FILM interessante (per quanto pessimamente scritto) e al contempo un GIOCO mediocre, ma andiamo per gradi;
- Il "nuovissimo, innovativo, mai visto prima, rivoluzionario" Social Strand Game tanto decantato da Kojima, altro non è che la versione 2.0 dei messaggi di Dark Souls, dove ora, oltre che a semplici indicazioni, si possono sincronizzare strutture ed equipaggiamento di altri giocatori. In concetto, l'idea ha del potenziale, e rende bene la sensazione di appartenere ad una comunità in sviluppo, ma reputo che il gioco perda pesantemente il fattore sfida, quando hai finalmente accesso a tutto ciò che gli altri hanno costruito e lasciato in giro, risultando così parecchio sbilanciato (ma si può anche scegliere di giocare offline ed ovviare al "problema" se lo vorrete);
- Ciò di cui la gente (scherzosamente o meno) addita Death Stranding è tutto vero: il gioco è un susseguirsi spasmodico di fetch quest, e, credo, sia inoltre l'unico titolo che può vantare il fatto che la quest principale sia costituita da quest secondarie! Genio o pura follia? A voi il verdetto;
- I (pochissimi) personaggi del gioco non sono, per l'appunto, personaggi a tutto tondo: non hanno una vera evoluzione, nè una progressione intima sia con il protagonista che con i principali eventi rappresentati. Sono semplicemente un contorno per giungere al finale, con backstory degne dei libri di Nicholas Sparks, ovvero non seguenti alcuna progressione organica nel susseguirsi della trama, ma forzatamente orientati allo strappare lacrime facili al giocatore;
- Sempre sui personaggi, ho faticato immensamente ad empatizzare con loro, ma ancora una volta, la colpa ricade nella sceneggiatura (che sarà l'argomento principale dei CONTRO): non posso in alcun modo "connettermi" con individui che ricordano di avere una personalità solo quando la situazione li obbliga ad esternarla. Ovviamente... SÌ, ci sono quelle DUE eccezioni (Mads Mikkelsen e Lea Seydoux, se ve lo state chiedendo), ma non le reputo all'altezza di controbilanciare i restanti;
- Sam Porter Bridges, il nostro eroe, è un protagonista parecchio insulso: è un personaggio passivo, che "subisce" la trama anzichè metterla in moto e contribuire al suo svolgimento, ed il suo arco narrativo prende piede verso lo sviluppo ed il compimento solo nelle ultime tre ore di gioco (delle quali parlerò ampiamente nei CONTRO);
- La fisica di gioco è a tratti ben studiata, così come (parecchie volte) molto macchinosa e "comica", e poco aiuta additare le meccaniche di gameplay, soprattutto quando si fatica a tenere il controllo del personaggio aspettandosi una certa responsività, degna di un AAA come Death Stranding;
- Death Stranding offre il meglio di sè solo nel caso in cui abbiate una pazienza degna di Giobbe, ed anche allora, dovrete scavare a fondo, sotto una marea di sovrastrutture narrative e tecniche, che altro non fanno che decrescerne l'apprezzamento in lunga durata (il gioco prosegue mediamente per 45 ore e più prima di giungere al finale, badate).
CONTRO
- La IA dei nemici umani è IMBARAZZANTE a dir poco: optano per l'approccio più basilare e pigro che si potesse implementare, ovvero "individua il giocatore -> accorri in massa verso la sua posizione";
- Gli scontri con le CA, i "fantasmi" del gioco, sono al cardiopalma per le prime due volte, poi, così come le fetch quest, diventano stucchevoli ben presto e nient'altro che un fastidio. Inoltre...
- ...non vi è neanche varietà nei nemici affrontati, e gli scontri diventano ripetitivi ed un qualcosa che si evita volentieri (tranne quando è d'obbligo per motivi di trama) in un batter di ciglia;
- Triste doverlo dire, ma anche le battaglie con i pochissimi boss rispondono al punto precedente. Queste puntano tutte sul fattore "WOW!!!" della prima impressione, e in tutta onestà ci riescono magistralmente, ma le apparenze sono fragili e poco durature, e sarà ben chiaro che non si differenziano per niente nè fra di loro nè in paragone alle normali battaglie con gli ordinari nemici, obbligandoti alla stessa strategia con le stesse armi, quasi come un folle loop di monotonia;
- Tasto dolentissimo, almeno per me: la sceneggiatura, questa sconosciuta. Death Stranding è un altalenare costante di alti e (parecchi) bassi narrativi (che nel caso di Kojima, sono degli autentici abissi incolmabili, rispetto ad altri autori), e la trama stessa risulta incomprensibile da seguire, per quanto contenuta e decisamente meno ingarbugliata di Metal Gear (ma non per questo anche meno astrusa). Sembrerebbe non ci siano i pretesti per partorire un ipotetico sequel (ma non risulta così invece per un prequel), dacchè tutti i maggiori interrogativi trovano una (a tratti poco convincente, a tratti da scioglierci il cervello) risposta, ma... ne riparleremo nelle conclusioni;
- Death Stranding vanta le peggiori 12 ore (simboliche) iniziali e le 3 ore peggiori finali di qualsiasi gioco mai realizzato. Il ritmo della storia è lentissimo, volutamente tedioso anche se brillante in alcuni punti, ma il gioco non può ricordarsi di contenere anche una storia ed avanzarla a grandi dosi alla sua conclusione, dove tutti gli spiegoni mai fatti nelle ore precedenti sono addensati e prolungati oltre l'umana sopportazione, e inoltre...
- ...chi spera di trovare Kojima, il VERO Kojima che ci ha fatti appassionare ed innamorare delle sue opere, deve attendere proprio quelle famose tre ore finali, dove ritroviamo due inenarrabili "mindf*ck" di stampo autoriale innegabile che mutano completamente il senso del gioco, facendoti esclamare "Wow! Non ci ho capito una fava, ma voglio vedere come prosegue!" senza troppi dubbi! Vorrei che tutto il gioco fosse stato così...;
- Riguardo le 12 ore iniziali, queste spremono pesantemente la pazienza del giocatore, in maniera quasi sadica oserei dire, e non sono per niente una bella presentazione per chi non ha mai sentito parlare di Kojima e gli si approccia con questo gioco. L'assenza di equipaggiamento adeguato, mezzi di trasporto e la sopracitata difficoltà degli spostamenti, senza contare l'indistricabile e cervellotica storia, possono rendere arrendevoli i più volubili (o chi non ha dimestichezza col genere open world), e bene comprendo (sebbene non appoggio) tutti i voti negativi che Death Stranding ha ricevuto, proprio in funzione di queste ore che, ci scommetto, in ben pochi hanno lasciatosi alle spalle;
- I temi di cui tratta Death Stranding erano molto più profondi ed accattivanti nei vari trailer mostrati. Una volta scoperto di cosa veramente trattino queste "connessioni", ad esempio, e sul perchè siano necessarie, capisci come il gioco abbia inconsciamente fatto una dedica a Michael Bay per accaparrarsi più audience possibile, che NON siamo noi Europei!;
- Ricollegandomi all'ultimo punto, voglio porvi un invito: cresciamo tutti un po' e sdoganiamo la folle idea che OGNI dannata cosa Kojima decida di inserire e rappresentare in un suo gioco sia una metafora allegorica. La quasi totalità degli elementi di Death Stranding sono volutamente scelti dal suo autore come accrescitivo allo stile, e non in approfondimento alle sopracitate tematiche, e inoltre... spiegatemi come la Monster Energy o lo show di Norman Reedus su AMC siano narrativamente e logicamente collegati all'apocalisse avvenuta nel gioco! Anche se, onestamente, la voglia di bere una Monster bella fresca me l'ha fatta venire...;
- I dialoghi, oltre ad essere eccessivamente lunghi, pedanti e ripetitivi (allo svenimento), per l'80% spaziano in due categorie stilistiche: le affermazioni da Mr. Mipare Ovvio (I.E. "Quella è una corda, è composta da innumerevoli fili legati assieme, e potrai utilizzarla per avvolgere i nemici") e gli articoli di Wikipedia (I.E. "Quello è un Canis Lupus Familiaris, mammifero appartenente all'ordine Carnivora, della famiglia dei canidi. Con l'avvento dell'addomesticamento si è distinto dal lupo, di cui è considerato una sottospecie" per descrivere un cagnolino. NOTA: Non ci sono cani nel gioco, è a titolo d'esempio!). A un certo punto capisci che, oltre ad essere uno stilema tutto Giapponese di narrare, questi sono impostati così solo e soltanto per allungare ulteriormente il brodo (preparato alimentare in forma liquida, ottenuto dalla cottura di carni, verdure o pesce, con l'eventuale aggiunta di sale, spezie e aromi. Il brodo è utilizzato per preparare... Oh cribbio! Mi sto facendo influenzare!!!);
- Di tutte le sottotrame dei vari personaggi, solo una trova compimento in maniera dignitosa, e lo fa, ringraziando il Cielo, chiudendo così anche il gioco in sè, ma come per tutte le altre, in precedenza è o sorvolata o poco approfondita, e il gioco se ne ricorda con enfasi soltanto... nelle ultime tre ore, bravi! Siete stati attenti;
- Piccola nota per quello che è il personaggio peggiore dell'intero gioco: Higgs, interpretato da Troy Baker. Non entrerò nel dettaglio, ma il suo modo di fare e le sue motivazioni fanno quasi ingelosire gli imbarazzanti cartoni animati di Spider-Man degli anni '60 per quanto sono ridicoli! (E, in essenza ed esecuzione, anche tutti i meme da esso generati...) Sembra quasi sia un personaggio extra tagliato all'ultimo minuto da Metal Gear, e l'innata e giustificata antipatia generata verso questo individuo si collegano appieno al prossimo punto;
- Non una vera pecca in sè, ma Death Stranding è un titolo che si prende fin troppo sul serio, eccessivamente a tratti, e che, paragonato al suo predecessore Metal Gear, quasi estrania ed aliena il giocatore, facendolo sobbalzare quando, ad esempio, alcuni dei personaggi rompono la quarta parete e agiscono "à la Kojima" senza alcun motivo, o ancora parte una transizione degna dello spot di uno yogurt alla soia! (Chi ha completato il gioco sa benissimo di QUALE scena sto parlando...) Metal Gear, almeno, era più gioviale e amichevole nelle follie che proponeva, quasi come un fratello maggiore. Death Stranding è più lo zio imbronciato che tenta bravate da ragazzino;
- Arrivati ai titoli di coda, ci si rende facilmente conto di come questo gioco sarebbe stato perfetto (e di conseguenza un VERO capolavoro e, forse, anche il gioco della generazione (anche se, a mio avviso, God of War è impossibile da battere ad ora)) se fosse stato "ristretto" ad una durata di 15 o 20 ore, potando così pesantemente i noiosi ed inutili dialoghi, evitando totalmente il debilitante rush finale di spiegoni ed omogeneizzando maggiormente lo svolgersi della trama alle sezioni di gameplay, che di fatto risultano due entità distinte e nettamente separate nel loro contesto;
- Tirando le somme, Death Stranding è stato un gioco più bello sotto il lato concettuale che non pratico, un qualcosa che, purtroppo e a malincuore, non è abbastanza per gli standard moderni, nè come gameplay nè, soprattutto, come narrazione, eppure...
IN CONCLUSIONE...
È facile fare gli splendidi con un titolo del genere. Sedersi e commentare ogni passo compiuto nel mondo di gioco come un trattato accademico di fenomenologia, troppo elevato per essere compreso dal popolino. O anche solo cercare un senso in questa follia apparentemente indistricabile. Io ne ho trovati svariati, modestamente, ma non intendo eccedere d'ego e condividerli con voi, sapete perchè? Perchè reputo Death Stranding un'esperienza degna di essere vissuta, e dalla quale estrapolare in proprio le conclusioni che nell'intima solitudine si svelano a noi, consapevoli che anche altri hanno compiuto i nostri stessi passi, come testimonia tutto ciò che hanno lasciato nella mappa per aiutarci nella traversata. Ma, quasi paradossalmente, è un gioco che non consiglierei a nessuno, mai nella vita. Badate bene ai termini che ho adoperato: esperienza e gioco. Esperienza è ciò che, in un ambito mediatico da spettatori, acquisisci passivamente dalla visione di un'opera audiovisiva; il gioco è fruizione d'esperienza in maniera attiva, invece! Death Stranding è, o meglio dovrebbe essere, un videogioco, peccato tenda spesso e volentieri più al VIDEO, lasciando il GIOCO in balia delle onde, e anche allora, questa prima metà della parola composta oscilla candidamente tra l'orrido e l'affascinante, senza mai veramente coinvolgere davvero (se non sul finale, ma l'avrete già intuito!), ma... e forse qui c'è il genio: lo fa tenendoci appesi all'amo della trama sino alla fine. In dovere di ciò, mi sento in qualche modo obbligato a lodarlo, e lodare anche il buon Kojima: non è il gioco rivoluzionario ed incredibile che i media ci avevano pubblicizzato, nè il gioco della generazione o uno dei migliori di tutti i tempi, neanche lontanamente, ma non è altresì una schifezza immonda da bidonare alla prima occasione o un titolo pretenzioso e privo di qualsivoglia intrattenimento, perchè (rilevo da parte mia) almeno ha una visione che porta a concretizzarsi (nelle ultime tr... oh, lo sapete!), e lo fa in un modo seriamente mai visto o sperimentato prima (e che, sinceramente, non vorrei mai più vedere riproposto), e ci mette tanto coraggio e tanta arroganza, rompendo la conformità dei giochi AAA con un qualcosa che solo un cocciuto, megalomane, egocentrico e geniale autore come Kojima saprebbe fare! Ci servono altri Death Stranding nel mondo dei videogiochi, così come ci servono altri Kojima, non per creare culti fanatici attorno alle loro personalità, ma per poter farci donare del nuovo e sorprenderci tutti, sia nel bene che nel male, e farci riflettere ancora di più su cosa sia il gioco in sè e cosa ci spinge a giocare.
Mai parole, infine, furono più veritiere e sintetiche: Death Stranding è, in ogni suo aspetto, un gioco di Hideo Kojima, tra i picchi di genialità e gli abissi di incontrastata follia, e con questo non vi è nient'altro da dire.
Non ho voluto eccedere con le stelline, ne ho assegnate tre per non sbilanciarmi troppo e restare sul mediano. Dipende tutto purtroppo dalla vostra sensibilità e pazienza. Se cercate un gioco meraviglioso... comprate altro, lo dico col cuore. Se invece siete alla ricerca di un'esperienza mai fatta, Death Stranding è d'obbligo, ma non dovrete mollare al primo segno di cedimento (e avrete capito che se ne presenteranno tanti).
Per quanto mi riguarda, Death Stranding è un solidissimo e definitivo 8/10, e mi ci sono divertito ed appassionato, a tratti anche in maniera eccessiva per ciò che accadeva, ma non vorrei mai vedere un prossimo capitolo di questa storia, e mi auguro rimanga un qualcosa di unico ed irripetibile nella vita, così come lo è la presenza del buon vecchio Kojima. Oggettivamente, però, non posso dargli nulla di più alto di un 6/10.
Aspetto un tuo ritorno Hideo! E al massimo della forma stavolta! Dacci un titolo che tutti possono apprezzare la prossima volta e... possibilmente, fa sì che ci sia solo UNA schermata dei titoli di coda, anzichè due! Leggere il tuo nome per ben una trentina di volte è stancante, sai?
Ed in questi viaggi, nei quali si attraversano territori inesplorati, spesso inospitali, impervi e sicuramente insidiosi e pericolosi, oltre ad una parte di sè, capita ti portarsi dietro anche dei desideri, che a volte assumono la forma di una cassa o di un corpo, altre di un messaggio, attesi da nostri simili che vivono in luoghi remoti e solitari.
Ho letto diverse recensioni prima di decidermi all'acquisto, senza capire se questo gioco potesse piacermi. E' un gioco che divide: o piace molto o non piace per niente.
E' molto difficile dare un metodo di valutazione e non credo che si possano usare i classici parametri da videogioco.
Mi spiego: per un casual gamer come me, che ha poco tempo per giocare e quando lo fa, ama giochi "ignoranti", rapidi ad essere operativi, con sessioni brevi ma divertenti ed intense, lo avrei sconsigliato. E invece...mi è piaciuto, e non poco.
Credo che si riesca meglio a rendere l'idea usando un paragone cinematografico: se siete amanti di film di azione e pieni di effetti speciali, come i film Marvel, Mission Impossible e James Bond, ma sapete apprezzare anche quelli più impegnativi, di autore, tipo Kubrick e Sorrentino, allora Death Stranding potrà piacervi. Al contrario, se dopo i primi 10 minuti di Odissea nello Spazio già vi parte il sonno, allora lasciate perdere.
Sono un gamer da una vita, ho giocato a centinaia di giochi, partendo dal PC e passando dalle più disparate console. Oggi "casual" solo per questione di poco tempo libero.
Death Stranding è qualcosa di diverso da tutto quello visto in precedenza: è una forma d'arte sotto le sembianze di un videogioco.
Partiamo dal punto di vista tecnico: il lavoro fatto è magistrale.
La cura prestata è letteralmente maniacale, non solo nei dettagli grafici di qualsiasi cosa che si vede nel gioco, ma nello stesso gameplay, nell'ambiente e nell'interazione con esso, nei dialoghi e nelle descrizioni di ogni singolo elemento, nelle interazioni di di Sam con il mondo, con gli npc e...con noi.
Gli esempi si sprecano, ma solo per farvi capire: le casse che caricate, non hanno texture o contenuti sfuocati o artatamente nascosti, ma riproducono fedelmente e nei dettagli ogni oggetto caricato e con la sua logica (come nella realtà un fucile, per essere impilato, necessita di una scatola rigida, ma allo stesso tempo minimale, per poter essere utilizzato rapidamente. Ancora: ogni lato delle casse è visibile ed autonomamente esposto all'ambiente, e lo vedremo arrugginire, danneggiarsi, ecc).
Non c'è un inventario infinito, ma ogni singola cassa caricata sarà visibile e causerà un aumento di peso e, a seconda di come verrà disposta, un cambio nella stabilità che si ripercuoterà nell'equilibrio e che sarà evidente nell'esperienza di gioco.
La tuta, le scarpe ed ogni elemento esposto agli agenti esterni riprodurrà fedelmente gli effetti di questi ultimi, in modo difficilmente distinguibile da quello che si potrebbe vedere nella realtà.
Anche la fisica è impressionante: assolutamente aderente alla realtà, pur piegandosi anche alla particolare creazione del mondo di Death Stranding (che non rispecchia la fisica tradizionale).
La camminata, a seconda del terreno, delle condizioni di carico, delle condizioni (secco, bagnato, innevato, ecc.) trasmette sensazioni assolutamente realistiche, si fatica come se fossimo noi in prima persona ad affrontare le asperità.
Per farla breve, è un gioco completamente immersivo: non si guida Sam nel viaggio, ma si fa il viaggio con lui.
La storia, sia per la sua forza che per le dinamiche con cui è raccontata e giocata, tocca nel profondo, non lascia insensibili.
Tra le esperienze "fisicamente" più forti che ho sperimentato è quando ho deciso di
accorciare un percorso, passando per vette innevate invece che per campi brulli. Avreste dovuto vedere la tempesta di neve. Ho letteralmente sofferto, ad un certo punto non si vedeva più niente, sentivo solo l'urlo del vento a raffiche che mi graffiava la faccia con aghi di neve ghiacciata.
Pur avendo fatto solo pochi giochi di Kojima, posso dire che è permeato dalla sua personalità e dal suo genio: il mondo di gioco e la storia, entrambi distopici, sono angoscianti (a me personalmente non piace molto come caratteristica, ma così è).
E' una sorta di futuro post apocalittico, in un'America distrutta ma, inspiegabilmente, con avamposti dotati di una tecnologia fantascientifica.
Non tutto è però cupo, ci sono molti colpi di scena, sorprese e curiosità che deviano decisamente dal sottofondo e lo rendono interessante, non noioso (divertente la serie di "chip della memoria": sono chip che si trovano in giro nel mondo che sbloccano alcune schede o ricordi, tutti reali e connessi alla vita personale di Kijima. Ad esempio, modelli di moto, di figurine, di film, tutti con una descrizione. Sono omaggi all'arte del passato e di oggi).
L'approccio stesso al gioco è particolare: all'inizio sono poche anche le voci delle opzioni di gioco. Man mano che si prosegue, oltre a descrizioni ed abilità, si sbloccheranno nuove opzioni. E' un'esperienza che sboccia col tempo, cresce insieme al giocatore.
Il mondo che ha creato, è assolutamente realistico e descritto con una base scientifica che, seppur frutto di un'invenzione, appare credibile per il suo forte intreccio con teorie reali, tanto che ad un certo punto vi verrà il dubbio che ciò che viene descritto sia reale.
Qualsiasi descrizione che si voglia comunque fare, a meno di non spendere pagine e pagine, sarebbe riduttiva. Vi dico però che non ho trovato un dettaglio grafico e di contenuti tali in nessun altro gioco, ma con un distacco abissale, neanche ad avvicinarsi. Posso solo immaginare il lavoro immenso che c'è stato dietro.
Menziono anche la colonna sonora: assolutamente originale e utile ad immergersi ancora di più nell'esperienza.
Il genere è vario, non è solo un'esplorazione, perchè include non poche parti di azione (direi minimo il 50%) che, tra l'altro, sono molto importanti e dettagliate (moltissimi tipologie di armi, mezzi, ecc.). Anche la parte gestionale costruttiva è assolutamente integrante: pur non essendo obbligatorio, è possibile costruire diverse strutture, dalle più semplici come basi di ricarica, alle più complesse come strade e rifugi.
A giocarlo approfonditamente, con missioni secondarie ed esplorazione, credo abbia una longevità incredibile.
Io, facendo tendenzialmente le missioni principali e solo qualche secondaria, ci ho messo una 50ina di ore. Con le secondarie, sarà almeno il doppio.
Finisco accennando alla caratteristica online, non meno importante: anche qui c'è un'invenzione di Kojima, ossia il mondo online condiviso ma non contestuale. Questo vuol dire che le costruzioni e gli oggetti lasciati nel mondo da altri giocatori o da noi, saranno a disposizione per tutti (e si potranno apprezzare con dei like, smontare, ecc.), ma non vedremo altri giocatori in tempo reale (tuttavia potremo lasciare dei messaggi con un'ingente quantità di cartelli). Ad un certo punto della storia, progredendo nel gioco, sarà anche possibile interagire con altri giocatori, creando dei legami, ma anche ni questo caso in modo sempre “distaccato”.
L’ho trovata una scelta corretta: vedere altri giocatori girare in una realtà che deve essere solitaria, proprio per il tipo di storia raccontata, smonterebbe tutto. Allo stesso tempo, trovare messaggi e oggetti di altri, pur non vedendoli, dà conforto nei nostri viaggi solitari.
Se devo trovare un punto negativo, forse accennerei alla verbosità e pesantezza della parte finale: c’è qualcosa come un’ora e passa filata di dialoghi ed interazioni che ho trovato poco appassionanti e particolarmente angoscianti, anche se interessanti perché esplicative della storia. Certo, si poteva saltare tutto, ma si sarebbe persa una parte importante.
Mi sono dilungato, ma ci tenevo a dare un'impressione il più possibile vicina delle sensazioni ed emozioni che si provano giocando a DS, senza fare spoiler: spero di esserci almeno un po' riuscito.
A giorni di distanza, anche paragonandolo ad altri capolavori (GoW, Horizon Zero Dawn) sono sempre più convinto che sia stato uno dei migliori giochi mai creati, anche per la sua unicità.
Sono contento di averci giocato, anzi, sono contento di aver vissuto questa esperienza, ecco, questo è il modo giusto di riferirsi al capolavoro che è Death Stranding.
Le recensioni migliori da altri paesi




Le jeu est vraiment bien conçu.
Je recommande.



Recensito in Spagna 🇪🇸 il 16 marzo 2022
