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Dodici Copertina flessibile – 17 ottobre 2013
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- Età di letturaDa 3 anni in su
- Lunghezza stampa95 pagine
- LinguaItaliano
- Dimensioni19.2 x 1.2 x 25.9 cm
- EditoreBao Publishing
- Data di pubblicazione17 ottobre 2013
- ISBN-108865431806
- ISBN-13978-8865431801
Spesso comprati insieme

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Dall'editore


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Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia | La profezia dell'armadillo | Un polpo alla gola | Dodici | Dimentica il mio nome | Kobane calling. Oggi | |
Autore | Zerocalcare | Zerocalcare | Zerocalcare | Zerocalcare | Zerocalcare |
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Macerie prime | Macerie prime. Sei mesi dopo | Scheletri | A babbo morto | Scavare fossati-nutrire coccodrilli | |
Autore | Zerocalcare | Zerocalcare | Zerocalcare | Zerocalcare | Zerocalcare |
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Ogni maledetto lunedì su due | Elenco telefonico degli accolli | La scuola di pizze in faccia del professor Calcare | |
Autore | Zerocalcare | Zerocalcare | Zerocalcare |
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Dettagli prodotto
- Editore : Bao Publishing (17 ottobre 2013)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 95 pagine
- ISBN-10 : 8865431806
- ISBN-13 : 978-8865431801
- Peso articolo : 420 g
- Dimensioni : 19.2 x 1.2 x 25.9 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 9,602 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 5 in Cartoline
- n. 1,210 in Narrativa a fumetti
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Recensito in Italia il 21 gennaio 2019
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Migliori recensioni
Recensioni migliori da Italia
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E non è solo perché quelle atmosfere le ho respirate. O forse sì?
Però l'inland empire di New York è sdoganato in tutto il mondo. Perché?
W Zero for the world!
Ci troviamo a Rebibbia, quartiere in cui Zero e i suoi amici hanno vissuto, durante un’apocalisse zombie. Nell’appartamento di Zerocalcare, oltre a lui, troviamo Secco, il suo migliore amico, Katja, una ragazza combattente capitata lì per caso, e Cinghiale, un vero e proprio cinghiale parlante con un unico pensiero fisso: il sesso.
Zerocalcare, colpito alla testa da un nemico sconosciuto, resta inerme per quasi tutto il racconto anche se, finché i suoi due amici cercano di scappare da Rebibbia per sfuggire agli zombie e per trovare un medico per lui, Zero comincia a pensare al suo quartiere, che forse non è mai stato niente di speciale, ma che è comunque il suo quartiere, che non trova giusto abbandonare.
Devo dire che Dodici non mi ha appassionata come i precedenti volumi di Zerocalcare, anzi, vi dirò di più, appena terminato il volume ho pensato che questa fosse la sua prima opera che inaspettatamente era riuscita a deludermi.
Ora mi trovo qui, a scrivere di questo fumetto e faccio fatica a capire i miei sentimenti nei confronti di questo graphic novel. Perché? Perché in realtà Dodici non è stata una semplice storia d’avventura che ricordava The Walking Dead, no. È una storia che ti fa capire come Zerocalcare ci tenga a Rebibbia, al suo quartiere, e a come sia faticoso abbandonarlo, nonostante tutti i difetti che esso porta con sé, nonostante un’invasione zombie che ha portato solo morte e devastazione.
E solo ora capisco come Zerocalcare abbia parlato anche del mio paese, del paese di moltissime altre persone e della fatica che facciamo a lasciarcelo alle spalle, nonostante, a volte, l’unica soluzione sia quella di scappare, di voltargli le spalle e non girarsi più indietro.
È vero, la storia in sé non mi ha fatto impazzire, trovo che ci siano i tratti tipici di Zerocalcare (comicità e triste realtà nonché riferimenti al mondo nerd), ma è come se rispetto al solito tutto fosse più smorzato. Un finale veloce, quasi troncato. E a mio avviso è prevedibile cosa sia successo a Zero. Tutto questo mi aveva fatto giudicare non molto positivamente Dodici, non appena terminata la lettura.
Ma a sangue freddo, finché scrivo e rifletto su questo fumetto, ho capito il messaggio di base, quello più importante: l’amore e l’odio per il proprio paese, che ti spinge a restare con la voglia di andartene, che ti spinge ad andartene con la voglia di tornare.

Recensito in Italia 🇮🇹 il 21 gennaio 2019
Ci troviamo a Rebibbia, quartiere in cui Zero e i suoi amici hanno vissuto, durante un’apocalisse zombie. Nell’appartamento di Zerocalcare, oltre a lui, troviamo Secco, il suo migliore amico, Katja, una ragazza combattente capitata lì per caso, e Cinghiale, un vero e proprio cinghiale parlante con un unico pensiero fisso: il sesso.
Zerocalcare, colpito alla testa da un nemico sconosciuto, resta inerme per quasi tutto il racconto anche se, finché i suoi due amici cercano di scappare da Rebibbia per sfuggire agli zombie e per trovare un medico per lui, Zero comincia a pensare al suo quartiere, che forse non è mai stato niente di speciale, ma che è comunque il suo quartiere, che non trova giusto abbandonare.
Devo dire che Dodici non mi ha appassionata come i precedenti volumi di Zerocalcare, anzi, vi dirò di più, appena terminato il volume ho pensato che questa fosse la sua prima opera che inaspettatamente era riuscita a deludermi.
Ora mi trovo qui, a scrivere di questo fumetto e faccio fatica a capire i miei sentimenti nei confronti di questo graphic novel. Perché? Perché in realtà Dodici non è stata una semplice storia d’avventura che ricordava The Walking Dead, no. È una storia che ti fa capire come Zerocalcare ci tenga a Rebibbia, al suo quartiere, e a come sia faticoso abbandonarlo, nonostante tutti i difetti che esso porta con sé, nonostante un’invasione zombie che ha portato solo morte e devastazione.
E solo ora capisco come Zerocalcare abbia parlato anche del mio paese, del paese di moltissime altre persone e della fatica che facciamo a lasciarcelo alle spalle, nonostante, a volte, l’unica soluzione sia quella di scappare, di voltargli le spalle e non girarsi più indietro.
È vero, la storia in sé non mi ha fatto impazzire, trovo che ci siano i tratti tipici di Zerocalcare (comicità e triste realtà nonché riferimenti al mondo nerd), ma è come se rispetto al solito tutto fosse più smorzato. Un finale veloce, quasi troncato. E a mio avviso è prevedibile cosa sia successo a Zero. Tutto questo mi aveva fatto giudicare non molto positivamente Dodici, non appena terminata la lettura.
Ma a sangue freddo, finché scrivo e rifletto su questo fumetto, ho capito il messaggio di base, quello più importante: l’amore e l’odio per il proprio paese, che ti spinge a restare con la voglia di andartene, che ti spinge ad andartene con la voglia di tornare.

4 Stelle perché è un lavoro che ho apprezzato moltissimo, ma gli manca qualcosa per raggiungere le vette assolute di “Un Polpo Alla Gola” o “La Profezia Dell’Armadillo”. Bellissima però la morale di fondo, che emerge con evidenza solo dopo aver riletto il libro almeno un paio di volte, e su cui non voglio dare alcun indizio per non rovinare la lettura e la diversa interpretazione personale che ognuno di noi può dare a quest'opera.
Onestamente lo reputo bello ma non mi prende...
Le recensioni migliori da altri paesi


Dodici e` pensata come una storia omogenea e completa, che tuttavia manca di una trama sufficientemente articolata da sostenere gli episodi che la costituiscono. Il finale e` aperto e manca di prologo, il che rende l'intero impianto ulteriormente debole.
La parte grafica e` ben curata, niente da dire, in costante crescita nel tempo (ma gia` ottima dai primi lavori). L'uso dei colori in alcune vignette e` molto piacevole.



Consigliato a chi vuole farsi quattro risate e ai fan della Peppa Pig