Non è passato molto tempo da quando lo studio Koei Tecmo ha fatto uscire Hyrule Warriors Age of Calamity, versione musou nonché prequel del tanto amato Breath of the Wild, e quest’anno un’operazione simile è stata fatta con Fire Emblem Warriors Three Hopes, versione musou dello strategico Fire Emblem Three Houses uscito nel 2019, vediamo cosa ha da offrirci questo titolo…
Nota: Durante la recensione darò per scontato che conosciate gli eventi di Three Houses, ad ogni modo non farò spoiler su nessuno dei titoli, eccezion fatta per i primi minuti di gioco.
Chiariamo innanzitutto che Three Hopes non è ne un sequel ne tantomeno un prequel di Three Houses, ma piuttosto un reboot: stessi personaggi, stesse ambientazioni, ma storie differenti, come se ci trovassimo in un universo parallelo dove gli eventi si sono svolti in modo diverso. Tanto per cominciare il protagonista non è il mercenario Byleth (che sarà nostro rivale!), bensì l’altresì mercenario Shez, che così come Byleth si ritrova ad aiutare i nobili Edelgard, Dimitri e Claude, che lo inviteranno a seguirli dunque al monastero del Garreg Mach, dove il nostro protagonista verrà accolto come studente (esatto, non come professore). Qui sarà possibile scegliere di quale classe entrare a far parte tra le tre disponibili: le Aquile Nere di Edelgard, i Leoni Blu di Dimitri o i Cervi Dorati di Claude. La nostra scelta determinerà anche la storia che vivremo lungo il gioco, e dunque ci sono ben tre storie diverse da vivere, cosa che aumenta di molto il fattore rigiocabilità. Inoltre, proprio come in Three Houses, fa piacere vedere che le tre storie non sono semplicemente la stessa trama vista da tre punti di vista differenti, ma sono proprio tre trame differenti, ciascuna con le sue peculiarità. E parlando di trama, è proprio questo il punto forte del gioco, non tanto per i suoi macroeventi, dato che, come in ogni Fire Emblem che si rispetti, si tratta sempre di fare guerra, conquistare territori e cose del genere, quanto piuttosto per i personaggi che vi partecipano e per le loro interazioni. Ognuno ha la proprie ambizioni, i proprio conflitti, un passato che lo definisce ed un futuro a cui appetire, oltre che alle loro manie. In questo senso Three Hopes potrebbe addirittura esser meglio di Three Houses per due motivi: il primo è che all’interno degli eventi principali della trama viene dato decisamente più risalto a personaggi che in Three Houses apparivano più come compagni di viaggio che come elementi importanti per lo scorrere della storia (questo è dovuto anche al maggior risalto che viene dato ai genitori delle nostre unità), il secondo è che il protagonista Shez non è muto, ma parla, ed ha effettivamente una personalità, distaccandosi da Byleth, e ancora prima da Daraen e Corrine. Non solo, anche Byleth in questo gioco parla. In definitiva, se vi piacciono le ambientazioni medievali, i tradimenti, gli intrighi di corte, le lotte tra signori e famiglie, un po' in stile Trono di Spade (meno sadico però), non rimarrete delusi. Ma se avete giocato a Three Houses queste cose un po' già le sapete.
Parlando di gameplay, come già accennato siamo nel genere dei musou. Quando parliamo di musou (parola giapponese che significa “senza rivali”) facciamo riferimento a giochi dove prendiamo il controllo di personaggi che con mosse eclatanti e molto scenografiche distruggono orde di nemici come nulla fosse. Se avete giocato ad un qualunque altro titolo della serie Warriors, che Koei porta avanti da molti anni ormai, saprete sicuramente di cosa parlo. Per semplicità dividiamo il gameplay in tre momenti: Missioni, Mappa e Accampamento.
Missioni [immagine 1]: sono l’anima del gameplay, poiché fare una missione significa scendere in battaglia. Durante le missioni schiereremo quattro tra i nostri combattenti per iniziare a menare gente. Controlliamo un solo guerriero per volta, ma è possibile dare ordini a tutti gli altri, ad esempio “difendi questo tizio”, “attacca questa zona”, “apri quella cassa” etc… Ogni missione ha i suoi obiettivi principali, necessari a completarla, ed obiettivi secondari, non obbligatori ma utili a guadagnare più risorse (denaro, materiali, armi…). Coordinare al meglio le nostre truppe e dare i giusti ordini sarà fondamentale per il riuscito completamento di ogni obiettivo. Nella sostanza tuttavia questi obiettivi tendono a ripetersi, non faremo altro che conquistare forti avversari, sconfiggere determinati nemici o scortare dei tizi, con pochissima varietà, ma in fondo distruggere orde di avversari è ciò che ci si aspetta da questo genere di giochi, no? Per farlo avremo a disposizione attacchi veloci, attacchi potenti, mosse speciali devastanti e cose del genere. Se nella sostanza il modo di combattere è totalmente differente dallo strategico Three Houses, scavando più a fondo vediamo come gli elementi di contorno si ripresentano allo stesso modo: le abilità uniche dei personaggi, i segni, i vantaggi e le debolezze, la possibilità di assegnare assistenti e le classi (mago, arciere, cavaliere…) ritornano tutti, ottimizzate per il nuovo gameplay chiaramente. In definitiva le missioni potrebbero essere la cosa peggiore del gioco, più che altro per il senso di ripetitività che si fa sempre più presente man mano che giochiamo, dovuto anche alla poca varietà di obiettivi di cui parlavo prima. Si sente come gli sviluppatori abbiano provato ad inserire quanto più possibile una componente strategica all’interno del titolo, proprio richiamando molti elementi di Fire Emblem, ma a mio avviso hanno fallito. Avere una buona strategia, posizionare i giusti combattenti sono sì cose utili a velocizzare le missioni, ma non sono mai davvero necessarie, ne tantomeno il giocatore sente mai di dover davvero stare a pensare ad una strategia, questo anche per colpa della difficoltà di gioco, che solo a livello difficile riesce a regalare un po' di sfida, ma in generale è la stessa natura delle missioni e degli obiettivi a non permetterlo, un bel peccato. P.S.: la difficoltà può essere sia abbassata che diminuita in ogni momento della partita. Inoltre all’inizio del gioco è possibile scegliere tra modalità principiante e classica, in quest’ultima (proprio come in un vero Fire Emblem) le unità sconfitte muoiono per sempre, la consiglio per una maggior tensione durante le battaglie.
Mappa [immagine 2]: Dalla mappa possiamo accedere alle suddette missioni, ogni volta che completiamo una missione possiamo accedere a certe zone della mappa (a volte sono necessari requisiti specifici) come case o fortezze, dove potremo trovare mercanti che ci proporranno uno scambio, popolani pronti a ringraziarci con dei materiali, o persino missioni extra. Una volta completata la missione principale di un capitolo passiamo al capitolo successivo ed accediamo a nuove regioni della mappa (non sarà possibile tornare nelle regioni precedenti, ma sarà possibile accedere comunque alle vecchie missioni dall' accampamento).
Accampamento [immagine 3]: se in Three Houses la nostra base operativa era il Garreg Mach, in Three Hopes questo ruolo è affidato all’accampamento. Da qui abbiamo accesso a svariate funzioni, dal semplice parlare con i personaggi della nostra truppa (o magari fargli dei doni) a modificare il nostro aspetto in battaglia. Vi sono poi tutta una serie di strutture che a differenza di Three Houses possono essere migliorate e rese sempre più utili tramite l’impiego di materiali, alcune già note come la forgia o l’armaiola ed alcune del tutto nuove come la gestrice delle imprese, che tiene conto degli achievemnts che completeremo lungo il gioco per poi ricompensarci. Senza stare ad elencare tutte le funzioni disponibili, diciamo che l’accampamento riesce a spezzare rispetto alle missioni e far respirare un pò il giocatore, ora allenando i suoi combattenti in vista di una futura battaglia, ora facendogli fare una spensierata escursione a cavallo insieme al suo personaggio preferito.
Nota di merito va alla musica. Qui il gioco vince facile perchè usufruisce per lo più delle splendide tracce di Three Houses, ma molte di queste sono state modificate per renderle ancora più splendide.
La longevità è eccellente, una singola campagna se si completano tutte le missioni dura sulle quaranta ora, ma dato che come vi dicevo ci sono tre diverse campagne capite bene che il vostro tempo di gioco potrà facilmente triplicare.
Insomma, Fire Emblem Warriors Three Hopes prende tutto ciò che c’è di buono di Fire Emblem Three Houses e lo riadatta al genere dei musou, forse non riuscendo proprio nella proposta di voler regalare un’esperienza più strategica. Eppure, da persona che non ama questo genere, posso dire che Three Hopes regala comunque ottime ore di gioco.
Fire Emblem Warriors Three Hopes
PRO
-Ottima trama e personaggi
-Tre diverse storie tra cui scegliere
-Musica eccellente
CONTRO
-Missioni ripetitive e con poca strategia dietro
In definitiva:
Se siete fa del genere musou l’acquisto è consigliato, poichè questo è uno dei migliori che possiate trovare.
Se siete fan di Fire Emlem Three Houses e vorreste rivivere altre storie insieme a quei personaggi l’acquisto è consigliato anche se non siete fan del genere.
Se siete fan sia di Three Houses che di musou l’acquisto è praticamente obbligatorio.
In tutti gli altri casi ci penserei due volte prima di comprarlo. Ciao.
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Fire Emblem Warriors: Three Hopes - - Nintendo Switch
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Dettagli prodotto
- Lingua : Italiano
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- Data d'uscita : 24 giugno 2022
- Disponibile su Amazon.it a partire dal : 14 febbraio 2022
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Non è passato molto tempo da quando lo studio Koei Tecmo ha fatto uscire Hyrule Warriors Age of Calamity, versione musou nonché prequel del tanto amato Breath of the Wild, e quest’anno un’operazione simile è stata fatta con Fire Emblem Warriors Three Hopes, versione musou dello strategico Fire Emblem Three Houses uscito nel 2019, vediamo cosa ha da offrirci questo titolo…Nota: Durante la recensione darò per scontato che conosciate gli eventi di Three Houses, ad ogni modo non farò spoiler su nessuno dei titoli, eccezion fatta per i primi minuti di gioco.Chiariamo innanzitutto che Three Hopes non è ne un sequel ne tantomeno un prequel di Three Houses, ma piuttosto un reboot: stessi personaggi, stesse ambientazioni, ma storie differenti, come se ci trovassimo in un universo parallelo dove gli eventi si sono svolti in modo diverso. Tanto per cominciare il protagonista non è il mercenario Byleth (che sarà nostro rivale!), bensì l’altresì mercenario Shez, che così come Byleth si ritrova ad aiutare i nobili Edelgard, Dimitri e Claude, che lo inviteranno a seguirli dunque al monastero del Garreg Mach, dove il nostro protagonista verrà accolto come studente (esatto, non come professore). Qui sarà possibile scegliere di quale classe entrare a far parte tra le tre disponibili: le Aquile Nere di Edelgard, i Leoni Blu di Dimitri o i Cervi Dorati di Claude. La nostra scelta determinerà anche la storia che vivremo lungo il gioco, e dunque ci sono ben tre storie diverse da vivere, cosa che aumenta di molto il fattore rigiocabilità. Inoltre, proprio come in Three Houses, fa piacere vedere che le tre storie non sono semplicemente la stessa trama vista da tre punti di vista differenti, ma sono proprio tre trame differenti, ciascuna con le sue peculiarità. E parlando di trama, è proprio questo il punto forte del gioco, non tanto per i suoi macroeventi, dato che, come in ogni Fire Emblem che si rispetti, si tratta sempre di fare guerra, conquistare territori e cose del genere, quanto piuttosto per i personaggi che vi partecipano e per le loro interazioni. Ognuno ha la proprie ambizioni, i proprio conflitti, un passato che lo definisce ed un futuro a cui appetire, oltre che alle loro manie. In questo senso Three Hopes potrebbe addirittura esser meglio di Three Houses per due motivi: il primo è che all’interno degli eventi principali della trama viene dato decisamente più risalto a personaggi che in Three Houses apparivano più come compagni di viaggio che come elementi importanti per lo scorrere della storia (questo è dovuto anche al maggior risalto che viene dato ai genitori delle nostre unità), il secondo è che il protagonista Shez non è muto, ma parla, ed ha effettivamente una personalità, distaccandosi da Byleth, e ancora prima da Daraen e Corrine. Non solo, anche Byleth in questo gioco parla. In definitiva, se vi piacciono le ambientazioni medievali, i tradimenti, gli intrighi di corte, le lotte tra signori e famiglie, un po' in stile Trono di Spade (meno sadico però), non rimarrete delusi. Ma se avete giocato a Three Houses queste cose un po' già le sapete.Parlando di gameplay, come già accennato siamo nel genere dei musou. Quando parliamo di musou (parola giapponese che significa “senza rivali”) facciamo riferimento a giochi dove prendiamo il controllo di personaggi che con mosse eclatanti e molto scenografiche distruggono orde di nemici come nulla fosse. Se avete giocato ad un qualunque altro titolo della serie Warriors, che Koei porta avanti da molti anni ormai, saprete sicuramente di cosa parlo. Per semplicità dividiamo il gameplay in tre momenti: Missioni, Mappa e Accampamento.Missioni [immagine 1]: sono l’anima del gameplay, poiché fare una missione significa scendere in battaglia. Durante le missioni schiereremo quattro tra i nostri combattenti per iniziare a menare gente. Controlliamo un solo guerriero per volta, ma è possibile dare ordini a tutti gli altri, ad esempio “difendi questo tizio”, “attacca questa zona”, “apri quella cassa” etc… Ogni missione ha i suoi obiettivi principali, necessari a completarla, ed obiettivi secondari, non obbligatori ma utili a guadagnare più risorse (denaro, materiali, armi…). Coordinare al meglio le nostre truppe e dare i giusti ordini sarà fondamentale per il riuscito completamento di ogni obiettivo. Nella sostanza tuttavia questi obiettivi tendono a ripetersi, non faremo altro che conquistare forti avversari, sconfiggere determinati nemici o scortare dei tizi, con pochissima varietà, ma in fondo distruggere orde di avversari è ciò che ci si aspetta da questo genere di giochi, no? Per farlo avremo a disposizione attacchi veloci, attacchi potenti, mosse speciali devastanti e cose del genere. Se nella sostanza il modo di combattere è totalmente differente dallo strategico Three Houses, scavando più a fondo vediamo come gli elementi di contorno si ripresentano allo stesso modo: le abilità uniche dei personaggi, i segni, i vantaggi e le debolezze, la possibilità di assegnare assistenti e le classi (mago, arciere, cavaliere…) ritornano tutti, ottimizzate per il nuovo gameplay chiaramente. In definitiva le missioni potrebbero essere la cosa peggiore del gioco, più che altro per il senso di ripetitività che si fa sempre più presente man mano che giochiamo, dovuto anche alla poca varietà di obiettivi di cui parlavo prima. Si sente come gli sviluppatori abbiano provato ad inserire quanto più possibile una componente strategica all’interno del titolo, proprio richiamando molti elementi di Fire Emblem, ma a mio avviso hanno fallito. Avere una buona strategia, posizionare i giusti combattenti sono sì cose utili a velocizzare le missioni, ma non sono mai davvero necessarie, ne tantomeno il giocatore sente mai di dover davvero stare a pensare ad una strategia, questo anche per colpa della difficoltà di gioco, che solo a livello difficile riesce a regalare un po' di sfida, ma in generale è la stessa natura delle missioni e degli obiettivi a non permetterlo, un bel peccato. P.S.: la difficoltà può essere sia abbassata che diminuita in ogni momento della partita. Inoltre all’inizio del gioco è possibile scegliere tra modalità principiante e classica, in quest’ultima (proprio come in un vero Fire Emblem) le unità sconfitte muoiono per sempre, la consiglio per una maggior tensione durante le battaglie.Mappa [immagine 2]: Dalla mappa possiamo accedere alle suddette missioni, ogni volta che completiamo una missione possiamo accedere a certe zone della mappa (a volte sono necessari requisiti specifici) come case o fortezze, dove potremo trovare mercanti che ci proporranno uno scambio, popolani pronti a ringraziarci con dei materiali, o persino missioni extra. Una volta completata la missione principale di un capitolo passiamo al capitolo successivo ed accediamo a nuove regioni della mappa (non sarà possibile tornare nelle regioni precedenti, ma sarà possibile accedere comunque alle vecchie missioni dall' accampamento).Accampamento [immagine 3]: se in Three Houses la nostra base operativa era il Garreg Mach, in Three Hopes questo ruolo è affidato all’accampamento. Da qui abbiamo accesso a svariate funzioni, dal semplice parlare con i personaggi della nostra truppa (o magari fargli dei doni) a modificare il nostro aspetto in battaglia. Vi sono poi tutta una serie di strutture che a differenza di Three Houses possono essere migliorate e rese sempre più utili tramite l’impiego di materiali, alcune già note come la forgia o l’armaiola ed alcune del tutto nuove come la gestrice delle imprese, che tiene conto degli achievemnts che completeremo lungo il gioco per poi ricompensarci. Senza stare ad elencare tutte le funzioni disponibili, diciamo che l’accampamento riesce a spezzare rispetto alle missioni e far respirare un pò il giocatore, ora allenando i suoi combattenti in vista di una futura battaglia, ora facendogli fare una spensierata escursione a cavallo insieme al suo personaggio preferito.Nota di merito va alla musica. Qui il gioco vince facile perchè usufruisce per lo più delle splendide tracce di Three Houses, ma molte di queste sono state modificate per renderle ancora più splendide.La longevità è eccellente, una singola campagna se si completano tutte le missioni dura sulle quaranta ora, ma dato che come vi dicevo ci sono tre diverse campagne capite bene che il vostro tempo di gioco potrà facilmente triplicare.Insomma, Fire Emblem Warriors Three Hopes prende tutto ciò che c’è di buono di Fire Emblem Three Houses e lo riadatta al genere dei musou, forse non riuscendo proprio nella proposta di voler regalare un’esperienza più strategica. Eppure, da persona che non ama questo genere, posso dire che Three Hopes regala comunque ottime ore di gioco.Fire Emblem Warriors Three HopesPRO-Ottima trama e personaggi-Tre diverse storie tra cui scegliere-Musica eccellenteCONTRO-Missioni ripetitive e con poca strategia dietroIn definitiva:Se siete fa del genere musou l’acquisto è consigliato, poichè questo è uno dei migliori che possiate trovare.Se siete fan di Fire Emlem Three Houses e vorreste rivivere altre storie insieme a quei personaggi l’acquisto è consigliato anche se non siete fan del genere.Se siete fan sia di Three Houses che di musou l’acquisto è praticamente obbligatorio.In tutti gli altri casi ci penserei due volte prima di comprarlo. Ciao.
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Recensito in Italia 🇮🇹 il 4 settembre 2022
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Non è passato molto tempo da quando lo studio Koei Tecmo ha fatto uscire Hyrule Warriors Age of Calamity, versione musou nonché prequel del tanto amato Breath of the Wild, e quest’anno un’operazione simile è stata fatta con Fire Emblem Warriors Three Hopes, versione musou dello strategico Fire Emblem Three Houses uscito nel 2019, vediamo cosa ha da offrirci questo titolo…
Nota: Durante la recensione darò per scontato che conosciate gli eventi di Three Houses, ad ogni modo non farò spoiler su nessuno dei titoli, eccezion fatta per i primi minuti di gioco.
Chiariamo innanzitutto che Three Hopes non è ne un sequel ne tantomeno un prequel di Three Houses, ma piuttosto un reboot: stessi personaggi, stesse ambientazioni, ma storie differenti, come se ci trovassimo in un universo parallelo dove gli eventi si sono svolti in modo diverso. Tanto per cominciare il protagonista non è il mercenario Byleth (che sarà nostro rivale!), bensì l’altresì mercenario Shez, che così come Byleth si ritrova ad aiutare i nobili Edelgard, Dimitri e Claude, che lo inviteranno a seguirli dunque al monastero del Garreg Mach, dove il nostro protagonista verrà accolto come studente (esatto, non come professore). Qui sarà possibile scegliere di quale classe entrare a far parte tra le tre disponibili: le Aquile Nere di Edelgard, i Leoni Blu di Dimitri o i Cervi Dorati di Claude. La nostra scelta determinerà anche la storia che vivremo lungo il gioco, e dunque ci sono ben tre storie diverse da vivere, cosa che aumenta di molto il fattore rigiocabilità. Inoltre, proprio come in Three Houses, fa piacere vedere che le tre storie non sono semplicemente la stessa trama vista da tre punti di vista differenti, ma sono proprio tre trame differenti, ciascuna con le sue peculiarità. E parlando di trama, è proprio questo il punto forte del gioco, non tanto per i suoi macroeventi, dato che, come in ogni Fire Emblem che si rispetti, si tratta sempre di fare guerra, conquistare territori e cose del genere, quanto piuttosto per i personaggi che vi partecipano e per le loro interazioni. Ognuno ha la proprie ambizioni, i proprio conflitti, un passato che lo definisce ed un futuro a cui appetire, oltre che alle loro manie. In questo senso Three Hopes potrebbe addirittura esser meglio di Three Houses per due motivi: il primo è che all’interno degli eventi principali della trama viene dato decisamente più risalto a personaggi che in Three Houses apparivano più come compagni di viaggio che come elementi importanti per lo scorrere della storia (questo è dovuto anche al maggior risalto che viene dato ai genitori delle nostre unità), il secondo è che il protagonista Shez non è muto, ma parla, ed ha effettivamente una personalità, distaccandosi da Byleth, e ancora prima da Daraen e Corrine. Non solo, anche Byleth in questo gioco parla. In definitiva, se vi piacciono le ambientazioni medievali, i tradimenti, gli intrighi di corte, le lotte tra signori e famiglie, un po' in stile Trono di Spade (meno sadico però), non rimarrete delusi. Ma se avete giocato a Three Houses queste cose un po' già le sapete.
Parlando di gameplay, come già accennato siamo nel genere dei musou. Quando parliamo di musou (parola giapponese che significa “senza rivali”) facciamo riferimento a giochi dove prendiamo il controllo di personaggi che con mosse eclatanti e molto scenografiche distruggono orde di nemici come nulla fosse. Se avete giocato ad un qualunque altro titolo della serie Warriors, che Koei porta avanti da molti anni ormai, saprete sicuramente di cosa parlo. Per semplicità dividiamo il gameplay in tre momenti: Missioni, Mappa e Accampamento.
Missioni [immagine 1]: sono l’anima del gameplay, poiché fare una missione significa scendere in battaglia. Durante le missioni schiereremo quattro tra i nostri combattenti per iniziare a menare gente. Controlliamo un solo guerriero per volta, ma è possibile dare ordini a tutti gli altri, ad esempio “difendi questo tizio”, “attacca questa zona”, “apri quella cassa” etc… Ogni missione ha i suoi obiettivi principali, necessari a completarla, ed obiettivi secondari, non obbligatori ma utili a guadagnare più risorse (denaro, materiali, armi…). Coordinare al meglio le nostre truppe e dare i giusti ordini sarà fondamentale per il riuscito completamento di ogni obiettivo. Nella sostanza tuttavia questi obiettivi tendono a ripetersi, non faremo altro che conquistare forti avversari, sconfiggere determinati nemici o scortare dei tizi, con pochissima varietà, ma in fondo distruggere orde di avversari è ciò che ci si aspetta da questo genere di giochi, no? Per farlo avremo a disposizione attacchi veloci, attacchi potenti, mosse speciali devastanti e cose del genere. Se nella sostanza il modo di combattere è totalmente differente dallo strategico Three Houses, scavando più a fondo vediamo come gli elementi di contorno si ripresentano allo stesso modo: le abilità uniche dei personaggi, i segni, i vantaggi e le debolezze, la possibilità di assegnare assistenti e le classi (mago, arciere, cavaliere…) ritornano tutti, ottimizzate per il nuovo gameplay chiaramente. In definitiva le missioni potrebbero essere la cosa peggiore del gioco, più che altro per il senso di ripetitività che si fa sempre più presente man mano che giochiamo, dovuto anche alla poca varietà di obiettivi di cui parlavo prima. Si sente come gli sviluppatori abbiano provato ad inserire quanto più possibile una componente strategica all’interno del titolo, proprio richiamando molti elementi di Fire Emblem, ma a mio avviso hanno fallito. Avere una buona strategia, posizionare i giusti combattenti sono sì cose utili a velocizzare le missioni, ma non sono mai davvero necessarie, ne tantomeno il giocatore sente mai di dover davvero stare a pensare ad una strategia, questo anche per colpa della difficoltà di gioco, che solo a livello difficile riesce a regalare un po' di sfida, ma in generale è la stessa natura delle missioni e degli obiettivi a non permetterlo, un bel peccato. P.S.: la difficoltà può essere sia abbassata che diminuita in ogni momento della partita. Inoltre all’inizio del gioco è possibile scegliere tra modalità principiante e classica, in quest’ultima (proprio come in un vero Fire Emblem) le unità sconfitte muoiono per sempre, la consiglio per una maggior tensione durante le battaglie.
Mappa [immagine 2]: Dalla mappa possiamo accedere alle suddette missioni, ogni volta che completiamo una missione possiamo accedere a certe zone della mappa (a volte sono necessari requisiti specifici) come case o fortezze, dove potremo trovare mercanti che ci proporranno uno scambio, popolani pronti a ringraziarci con dei materiali, o persino missioni extra. Una volta completata la missione principale di un capitolo passiamo al capitolo successivo ed accediamo a nuove regioni della mappa (non sarà possibile tornare nelle regioni precedenti, ma sarà possibile accedere comunque alle vecchie missioni dall' accampamento).
Accampamento [immagine 3]: se in Three Houses la nostra base operativa era il Garreg Mach, in Three Hopes questo ruolo è affidato all’accampamento. Da qui abbiamo accesso a svariate funzioni, dal semplice parlare con i personaggi della nostra truppa (o magari fargli dei doni) a modificare il nostro aspetto in battaglia. Vi sono poi tutta una serie di strutture che a differenza di Three Houses possono essere migliorate e rese sempre più utili tramite l’impiego di materiali, alcune già note come la forgia o l’armaiola ed alcune del tutto nuove come la gestrice delle imprese, che tiene conto degli achievemnts che completeremo lungo il gioco per poi ricompensarci. Senza stare ad elencare tutte le funzioni disponibili, diciamo che l’accampamento riesce a spezzare rispetto alle missioni e far respirare un pò il giocatore, ora allenando i suoi combattenti in vista di una futura battaglia, ora facendogli fare una spensierata escursione a cavallo insieme al suo personaggio preferito.
Nota di merito va alla musica. Qui il gioco vince facile perchè usufruisce per lo più delle splendide tracce di Three Houses, ma molte di queste sono state modificate per renderle ancora più splendide.
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Fire Emblem Warriors Three Hopes
PRO
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Se siete fa del genere musou l’acquisto è consigliato, poichè questo è uno dei migliori che possiate trovare.
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Nota: Durante la recensione darò per scontato che conosciate gli eventi di Three Houses, ad ogni modo non farò spoiler su nessuno dei titoli, eccezion fatta per i primi minuti di gioco.
Chiariamo innanzitutto che Three Hopes non è ne un sequel ne tantomeno un prequel di Three Houses, ma piuttosto un reboot: stessi personaggi, stesse ambientazioni, ma storie differenti, come se ci trovassimo in un universo parallelo dove gli eventi si sono svolti in modo diverso. Tanto per cominciare il protagonista non è il mercenario Byleth (che sarà nostro rivale!), bensì l’altresì mercenario Shez, che così come Byleth si ritrova ad aiutare i nobili Edelgard, Dimitri e Claude, che lo inviteranno a seguirli dunque al monastero del Garreg Mach, dove il nostro protagonista verrà accolto come studente (esatto, non come professore). Qui sarà possibile scegliere di quale classe entrare a far parte tra le tre disponibili: le Aquile Nere di Edelgard, i Leoni Blu di Dimitri o i Cervi Dorati di Claude. La nostra scelta determinerà anche la storia che vivremo lungo il gioco, e dunque ci sono ben tre storie diverse da vivere, cosa che aumenta di molto il fattore rigiocabilità. Inoltre, proprio come in Three Houses, fa piacere vedere che le tre storie non sono semplicemente la stessa trama vista da tre punti di vista differenti, ma sono proprio tre trame differenti, ciascuna con le sue peculiarità. E parlando di trama, è proprio questo il punto forte del gioco, non tanto per i suoi macroeventi, dato che, come in ogni Fire Emblem che si rispetti, si tratta sempre di fare guerra, conquistare territori e cose del genere, quanto piuttosto per i personaggi che vi partecipano e per le loro interazioni. Ognuno ha la proprie ambizioni, i proprio conflitti, un passato che lo definisce ed un futuro a cui appetire, oltre che alle loro manie. In questo senso Three Hopes potrebbe addirittura esser meglio di Three Houses per due motivi: il primo è che all’interno degli eventi principali della trama viene dato decisamente più risalto a personaggi che in Three Houses apparivano più come compagni di viaggio che come elementi importanti per lo scorrere della storia (questo è dovuto anche al maggior risalto che viene dato ai genitori delle nostre unità), il secondo è che il protagonista Shez non è muto, ma parla, ed ha effettivamente una personalità, distaccandosi da Byleth, e ancora prima da Daraen e Corrine. Non solo, anche Byleth in questo gioco parla. In definitiva, se vi piacciono le ambientazioni medievali, i tradimenti, gli intrighi di corte, le lotte tra signori e famiglie, un po' in stile Trono di Spade (meno sadico però), non rimarrete delusi. Ma se avete giocato a Three Houses queste cose un po' già le sapete.
Parlando di gameplay, come già accennato siamo nel genere dei musou. Quando parliamo di musou (parola giapponese che significa “senza rivali”) facciamo riferimento a giochi dove prendiamo il controllo di personaggi che con mosse eclatanti e molto scenografiche distruggono orde di nemici come nulla fosse. Se avete giocato ad un qualunque altro titolo della serie Warriors, che Koei porta avanti da molti anni ormai, saprete sicuramente di cosa parlo. Per semplicità dividiamo il gameplay in tre momenti: Missioni, Mappa e Accampamento.
Missioni [immagine 1]: sono l’anima del gameplay, poiché fare una missione significa scendere in battaglia. Durante le missioni schiereremo quattro tra i nostri combattenti per iniziare a menare gente. Controlliamo un solo guerriero per volta, ma è possibile dare ordini a tutti gli altri, ad esempio “difendi questo tizio”, “attacca questa zona”, “apri quella cassa” etc… Ogni missione ha i suoi obiettivi principali, necessari a completarla, ed obiettivi secondari, non obbligatori ma utili a guadagnare più risorse (denaro, materiali, armi…). Coordinare al meglio le nostre truppe e dare i giusti ordini sarà fondamentale per il riuscito completamento di ogni obiettivo. Nella sostanza tuttavia questi obiettivi tendono a ripetersi, non faremo altro che conquistare forti avversari, sconfiggere determinati nemici o scortare dei tizi, con pochissima varietà, ma in fondo distruggere orde di avversari è ciò che ci si aspetta da questo genere di giochi, no? Per farlo avremo a disposizione attacchi veloci, attacchi potenti, mosse speciali devastanti e cose del genere. Se nella sostanza il modo di combattere è totalmente differente dallo strategico Three Houses, scavando più a fondo vediamo come gli elementi di contorno si ripresentano allo stesso modo: le abilità uniche dei personaggi, i segni, i vantaggi e le debolezze, la possibilità di assegnare assistenti e le classi (mago, arciere, cavaliere…) ritornano tutti, ottimizzate per il nuovo gameplay chiaramente. In definitiva le missioni potrebbero essere la cosa peggiore del gioco, più che altro per il senso di ripetitività che si fa sempre più presente man mano che giochiamo, dovuto anche alla poca varietà di obiettivi di cui parlavo prima. Si sente come gli sviluppatori abbiano provato ad inserire quanto più possibile una componente strategica all’interno del titolo, proprio richiamando molti elementi di Fire Emblem, ma a mio avviso hanno fallito. Avere una buona strategia, posizionare i giusti combattenti sono sì cose utili a velocizzare le missioni, ma non sono mai davvero necessarie, ne tantomeno il giocatore sente mai di dover davvero stare a pensare ad una strategia, questo anche per colpa della difficoltà di gioco, che solo a livello difficile riesce a regalare un po' di sfida, ma in generale è la stessa natura delle missioni e degli obiettivi a non permetterlo, un bel peccato. P.S.: la difficoltà può essere sia abbassata che diminuita in ogni momento della partita. Inoltre all’inizio del gioco è possibile scegliere tra modalità principiante e classica, in quest’ultima (proprio come in un vero Fire Emblem) le unità sconfitte muoiono per sempre, la consiglio per una maggior tensione durante le battaglie.
Mappa [immagine 2]: Dalla mappa possiamo accedere alle suddette missioni, ogni volta che completiamo una missione possiamo accedere a certe zone della mappa (a volte sono necessari requisiti specifici) come case o fortezze, dove potremo trovare mercanti che ci proporranno uno scambio, popolani pronti a ringraziarci con dei materiali, o persino missioni extra. Una volta completata la missione principale di un capitolo passiamo al capitolo successivo ed accediamo a nuove regioni della mappa (non sarà possibile tornare nelle regioni precedenti, ma sarà possibile accedere comunque alle vecchie missioni dall' accampamento).
Accampamento [immagine 3]: se in Three Houses la nostra base operativa era il Garreg Mach, in Three Hopes questo ruolo è affidato all’accampamento. Da qui abbiamo accesso a svariate funzioni, dal semplice parlare con i personaggi della nostra truppa (o magari fargli dei doni) a modificare il nostro aspetto in battaglia. Vi sono poi tutta una serie di strutture che a differenza di Three Houses possono essere migliorate e rese sempre più utili tramite l’impiego di materiali, alcune già note come la forgia o l’armaiola ed alcune del tutto nuove come la gestrice delle imprese, che tiene conto degli achievemnts che completeremo lungo il gioco per poi ricompensarci. Senza stare ad elencare tutte le funzioni disponibili, diciamo che l’accampamento riesce a spezzare rispetto alle missioni e far respirare un pò il giocatore, ora allenando i suoi combattenti in vista di una futura battaglia, ora facendogli fare una spensierata escursione a cavallo insieme al suo personaggio preferito.
Nota di merito va alla musica. Qui il gioco vince facile perchè usufruisce per lo più delle splendide tracce di Three Houses, ma molte di queste sono state modificate per renderle ancora più splendide.
La longevità è eccellente, una singola campagna se si completano tutte le missioni dura sulle quaranta ora, ma dato che come vi dicevo ci sono tre diverse campagne capite bene che il vostro tempo di gioco potrà facilmente triplicare.
Insomma, Fire Emblem Warriors Three Hopes prende tutto ciò che c’è di buono di Fire Emblem Three Houses e lo riadatta al genere dei musou, forse non riuscendo proprio nella proposta di voler regalare un’esperienza più strategica. Eppure, da persona che non ama questo genere, posso dire che Three Hopes regala comunque ottime ore di gioco.
Fire Emblem Warriors Three Hopes
PRO
-Ottima trama e personaggi
-Tre diverse storie tra cui scegliere
-Musica eccellente
CONTRO
-Missioni ripetitive e con poca strategia dietro
In definitiva:
Se siete fa del genere musou l’acquisto è consigliato, poichè questo è uno dei migliori che possiate trovare.
Se siete fan di Fire Emlem Three Houses e vorreste rivivere altre storie insieme a quei personaggi l’acquisto è consigliato anche se non siete fan del genere.
Se siete fan sia di Three Houses che di musou l’acquisto è praticamente obbligatorio.
In tutti gli altri casi ci penserei due volte prima di comprarlo. Ciao.
Immagini presenti nella recensione



3 persone l'hanno trovato utile
Utile
Recensito in Italia 🇮🇹 il 21 novembre 2022
Piattaforma: Nintendo SwitchEdizione: StandardAcquisto verificato
Premetto che è il secondo titolo di Fire Emblem che approccio, dopo Three Hopes.
Rispetto a quest'ultimo, il combat system è ovviamente diverso, ma i personaggi che si trovano sono piacevolmente gli stessi. Un po' ripetitivo alla lunga, ma comunque un bel gioco da provare.
Rispetto a quest'ultimo, il combat system è ovviamente diverso, ma i personaggi che si trovano sono piacevolmente gli stessi. Un po' ripetitivo alla lunga, ma comunque un bel gioco da provare.
Recensito in Italia 🇮🇹 il 20 luglio 2022
Piattaforma: Nintendo SwitchEdizione: StandardAcquisto verificato
Mentre Fire Emblem Warriors è un titolo blando e generico che può essere giocato e apprezzato anche da chi non conosce i Fire Emblem, questo Warriors Three Hopes è strettamente legato alle vicende di Fire Emblem: Three Houses di cui è un reboot integrale.
Si riprende la seconda metà della storia di Three Houses e la si rivisita con tanti miglioramenti e accorgimenti che mancavano nel titolo originale (ad esempio la route di Edelgard è infinitamente meglio sviluppata qui). Così come in Three Houses abbiamo tanti dialoghi, tante scene di approfondimento della caratterizzazione personaggi e, se non fosse per il diverso metodo di combattimento, Three Hopes potrebbe essere a pieno titolo un Fire Emblem principale.
Lo stile di gioco Warriors non è secondo me appagante come lo strategico a turni di Three Houses ma è comunque divertente se si cerca un gameplay più dinamico e frenetico e ben poco mentale.
Il gioco dà però per scontati tantissimi elementi di trama e di caratterizzazione che solo chi ha giocato Three Houses capirà. Se non avete giocato Three Houses vi troverete spesso persi e probabilmente finirete con l'avere un'opinione abbastanza negativa di trama e personaggi.
Consiglio molto molto caldamente di giocare Fire Emblem: Three Houses prima di questo.
Altrimenti giocate direttamente Fire Emblem Warriors che non è legato alle trame dei precedenti capitoli.
Si riprende la seconda metà della storia di Three Houses e la si rivisita con tanti miglioramenti e accorgimenti che mancavano nel titolo originale (ad esempio la route di Edelgard è infinitamente meglio sviluppata qui). Così come in Three Houses abbiamo tanti dialoghi, tante scene di approfondimento della caratterizzazione personaggi e, se non fosse per il diverso metodo di combattimento, Three Hopes potrebbe essere a pieno titolo un Fire Emblem principale.
Lo stile di gioco Warriors non è secondo me appagante come lo strategico a turni di Three Houses ma è comunque divertente se si cerca un gameplay più dinamico e frenetico e ben poco mentale.
Il gioco dà però per scontati tantissimi elementi di trama e di caratterizzazione che solo chi ha giocato Three Houses capirà. Se non avete giocato Three Houses vi troverete spesso persi e probabilmente finirete con l'avere un'opinione abbastanza negativa di trama e personaggi.
Consiglio molto molto caldamente di giocare Fire Emblem: Three Houses prima di questo.
Altrimenti giocate direttamente Fire Emblem Warriors che non è legato alle trame dei precedenti capitoli.
2 persone l'hanno trovato utile
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Recensito in Italia 🇮🇹 il 1 ottobre 2022
Piattaforma: Nintendo SwitchEdizione: StandardAcquisto verificato
Uno dei migliori musou in circolazione, molto longevo e con una buona dose di gestionale. Tre storie differenti da seguire per conoscere tutta la storia. Consigliatissimo!
Recensito in Italia 🇮🇹 il 9 ottobre 2022
Piattaforma: Nintendo SwitchEdizione: StandardAcquisto verificato
Il gioco è stupendo, come tutta la saga, lo consiglio
Recensito in Italia 🇮🇹 il 30 settembre 2022
Piattaforma: Nintendo SwitchEdizione: StandardAcquisto verificato
Bel gioco, arrivato puntuale e correttamente imballato
Recensito in Italia 🇮🇹 il 15 luglio 2022
Piattaforma: Nintendo SwitchEdizione: StandardAcquisto verificato
bello , se ti piacciono i masou e fire emblem hai trovato una perla. unico difetto la visuale a volte scomoda.
Una persona l'ha trovato utile
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Recensito in Italia 🇮🇹 il 14 gennaio 2023
Piattaforma: Nintendo SwitchEdizione: StandardAcquisto verificato
Nell'ultimo periodo sono usciti molti mosou quali persona 5 o hyrule warriors quindi mi sarei aspettato una sorpresa piacevole anche per questo ma mi sbagliavo. Fire emblem three houses mi è piaciuto molto ma questo titolo l'ho trovato molto noioso. Oltre al fatto che mi è sembrato un rifacimento del gioco principale la storia non è riuscita a coinvolgermi. Mi sono dovuto obbligare a finirlo. E con finire intendo solo uno dei finali possibili, gli altri non ho avuto il coraggio nemmeno di giocarli. Veramente una peccato