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Grande guerra, piccoli generali. Una cronaca feroce della prima guerra mondiale. 2010 Copertina flessibile – 16 marzo 2011
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- Lunghezza stampa223 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreUTET
- Data di pubblicazione16 marzo 2011
- ISBN-108802082960
- ISBN-13978-8802082967
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Dettagli prodotto
- Editore : UTET (16 marzo 2011)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 223 pagine
- ISBN-10 : 8802082960
- ISBN-13 : 978-8802082967
- Peso articolo : 422 g
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1) Caporetto fu una rotta ma la battaglia di arresto del novembre e dicembre 1917 furono combattute e vinte dagli Italiani contro Austro-Tedeschi che tentarono disperatamente di forzare Grappa e Piave e finirono decimati. Questo Montanelli nella sua storia d'Italia lo ice: pur avendo anche lui evidenziato gli enormi difetti e responsabilità dei comandi italiani nella gestione della guerra e in Caporetto, cita e descrive dettagliatamente l'eroismo e la gestione oculata delle truppe nella battaglia di arresto. Di questo Del Boca non dice niente come se davvero austro-tedeschi si siano fermati a riposare sul Piave perché non ce la facevano più.
2) Ancora di più: nel giugno 1918 ci fu la vera battaglia del Piave, con gli austriaci all'attacco per vincere finalmente la guerra, cosa di cui erano sicuri al motto di "Nach Mailand". Questa battaglia, terribile ed ostinata sul Grappa e sul Piave, gli Austriaci la persero con gravissime perdite efu qui che persero la guerra perché ormai ebbero la sicurezza della sconfitta finale. In questa azione i comandi organizzarono efficacemente le truppe italiane (che erano in minoranza) con riserve adeguate alle spalle per rintuzzare uno sfondamento che non avvenne. E la battaglia fu portatat avanti quasi esclusivamente dagli Italiani; le truppe anglo-francesi in prima linea erano poche mentre il loro grosso era appunto nella riserva che non entrò in azione. Di tutto questo Del Boca non dice assolutamente nulla lasciando l'impressione nel lettore non informato che da Caporetto all'ottobre 1918 non sia successo nulla.
3) Infine la battaglia finale del Piave. A leggere il libro sembra che i nemici si siano subito ritirati senza combattere. Le cose non andarono affatto così. I primi giorni, complice anche il tempo che aveva ingrossato il Piave, gli austriaci resistettero tenacemente; poi mentre l'impero si stava disgregando agirono come fecero le truppe tedesche negli ultimi giorni di guerra, arrendendosi e ritirandosi. Il punto che trovo più incredibile è che l'autore nel libro cita solo le tesi, di parte e smentite, che l'attacco fu merito degli alleati e gli Italiani andarono dietro. Le cose non andarono affatto così; anche se una delle prime armate ad approfittare della situazione di sbandamento fu la piccola armata comandata da Lord Cavan (definita significativamente armatella Cavan da Pieri), questa era una armata mista con divisioni italiani (in maggioranza) ed inglesi. Inoltre questa azione fu accompagnato in parallelo dallazione dell'armata del gen Caviglia che fece attraversare il fiume dai suoi soldati e li lanciò nella pianura in direzione di V. Veneto (da cui poi venne il nome della battaglia). Quindi la tesi citata da Taylor è semplicemente falsa ma è quella accreditata da del Boca. Che dovrebbe pensarne il lettore non informato? Che gli alleati erano davanti e gli italiani dietro al sicuro impegnati però dopo ad inseguire ed uccidere austriaci inermi in fuga?
In conclusione ho trovato il libro completamente inadeguato a dare, pur nella focalizzazione degli aspetti negativi dei comandi, comunque un quadro generale di quello che realmente successe. La cosa è secondo me particolarmente grave perché le giovani generazioni non sono cresciute conoscendo almeno la successione dei fatti degli eventi della grande guerra. Di qui le 2 stelle
Analisi che è al 100% copia incolla della situazione odierna delle stesse.
Improvvisazione, incompetenza, nullitÃ
Da leggere e porsi domande sul come si può considerare onorevole servire nelle forze armate italiane dopo cotanta codardia e arroganza dei
Gli alti comandi. Una vergogna. E nulla è cambiato