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Nemesis Game. L'esodo Copertina flessibile – 1 dicembre 2016
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- Lunghezza stampa576 pagine
- LinguaItaliano
- Data di pubblicazione1 dicembre 2016
- Dimensioni14 x 3.66 x 21.59 cm
- ISBN-108834732448
- ISBN-13978-8834732441
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Dettagli prodotto
- Editore : Fanucci; Prima edizione (1 dicembre 2016)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 576 pagine
- ISBN-10 : 8834732448
- ISBN-13 : 978-8834732441
- Peso articolo : 700 g
- Dimensioni : 14 x 3.66 x 21.59 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 49,627 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 799 in Fantascienza (Libri)
- n. 15,854 in Narrativa di genere
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Premessa 2: devo dire di essermi avvicinato a The Expanse spinto dalla curiosità dopo aver visto le prime 3 stagioni della serie su Prime Video… una serie interessante rovinata spesso dalla recitazione degli attori che impersonificano i protagonisti James Holden e Naomi Nagata (se potete guardate la serie dopo aver letto i libri; le prime 4 stagioni coprono i primi 4 libri, la quinta i libri 5 e 6).
Con mia sorpresa mi sono ritrovato a divorare i volumi uni dopo l’altro e sono arrivato al settimo in attesa che pubblichino il nono e ultimo.
A mio parere la saga può essere divisa in 3 trilogie e andrò a descriverle progressivamente e sommariamente avendo cura di non spoilerare nulla.
I secondi 3 volumi trattano l’apertura della rete dei portali e la corsa ai nuovi mondi, le diatribe tra coloni e titolari di concessione governative sui diritti di sfruttamento delle nuove risorse disponibili e i conflitti che scoppiano sul primo pianeta della nuova frontiera Ilus, e qui la scoperta e la riattivazione di antichi reperti della civiltà che ha generato la protomolecola e del misterioso nemico che ne ha causato l’estinzione; l’alterazione degli equilibri politici e lo spostamento dell’assetto terracentrico all’interno del sistema solare che avrà un impatto diverso sulle 3 compagini Terra-Luna, Marte e la Fascia, l’uscita allo scoperto di un nuovo nemico, una fazione ribelle (legata ad uno dei protagonisti) che, sebbene rivoluzionaria, tenterà apparentemente di opporsi al cambiamento e stabilire un nuovo ordine nel sistema solare, proprio mentre l’equipaggio della Rocinante si è preso una pausa ed è sparso ai 4 angoli del sistema solare; la disperata lotta del “vecchio” sistema per il quale combatte la Rocinante contro questo nemico e l’esito inquietante della guerra.
Anche in questo volume quello che mi è veramente piaciuto, oltre alla trama e alla caratterizzazione dei protagonisti principali e minori, è il contesto, inizialmente partorito da uno degli autori come base di un gioco di ruolo:
l’espansione umana nel sistema solare resa possibile dalla propulsione Epstein, molto verosimile in un possibile futuro (la storia della cui genesi è argomento di un volume spin-off); la colonizzazione di Marte e il suo passaggio da colonia a pianeta indipendente; la colonizzazione della fascia degli asteroidi e delle lune dei pianeti giganti; il lavoro e le sfide tecnologiche che hanno reso possibile la permanenza umana in ambienti per nulla ospitali e il conseguente adattamento della fisiologia umana nei secoli di permanenza a g inferiori a quello terrestre; l’emancipazione delle culture marziana e cinturiana… hanno posto le basi di questo contesto nel quale è ambientata la storia, che ne andrà ad alterare gli equilibri politici/economici/militari magistralmente inseriti e descritti nella trama.
I tre membri dell'equipaggio di James Holden si ritrovano infatti per lungo tempo divisi in questo quinto volume della saga: Alex torna su Marte per risolvere questioni lasciate in sospeso con l'ex moglie, Amos è sulla Terra a sbrigare delle pratiche relative a un recente decesso (pseudo)familiare, Naomi viene richiamata nel gruppo di cinturiani con cui ha collaborato in passato da una sua vecchia fiamma. Holden resta solo sulla Roci, per la prima volta da quando ha formato il suo equipaggio. La separazione è dura e anche per il lettore non è facile pensare ai quattro della Rocinante come eroi solitari, ciascuno coinvolto in eventi da cui gli altri compagni sono esclusi. Ma è davvero così? Ormai conosciamo la capacità narrativa del duo che scrive con lo pseudonimo di James Corey e sappiamo che dobbiamo aspettarci sempre qualcosa in più di ciò che sembra, dobbiamo essere pronti... all'espansione. Anche questa volta i fili vengono tirati nel modo giusto, riunendo in un unico intreccio tutte le storie singole dei vari personaggi e dando a tutto un senso di unità che se da una parte, va detto, crea coincidenze un po' troppo dickensoniane, dall'altra fa piacevolmente combaciare trame e sottotrame. Lo fa con il solito ritmo elevato, facendo avanzare la storia alternando i vari punti di vista e mostrandola da angolazioni differenti e, non per la prima volta, attingendo a generi o sottogeneri differenti. Siamo infatti in un contesto quasi apocalittico mentre seguiamo Amos su un pianeta Terra improvvisamente sotto attacco (e solo quello che succede sulla Terra varrebbe il romanzo), ci lanciamo in un giallo/thriller assieme a Holden che indaga come avrebbe fatto Miller per scovare i ribelli dell'APE, manteniamo saldo il contesto space con Alex e Naomi che, su fazioni opposte, danno l'ennesima dimostrazione di quanto gli autori siano a loro agio all'interno delle astronavi. Tutto questo è, come sempre, inserito nel panorama politico più ampio che, ora che l'Anello è aperto, coinvolge ormai tutto lo spazio, anche oltre i confini del Sistema Solare.
Molto forte, ben più che nei precedenti capitoli, l'aspetto emotivo. Tutti sentono il legame che li unisce, sentono la solitudine della separazione e la preoccupazione per le sorti dei compagni. Tutti si sentono parte di una famiglia, destinata ad ingrandirsi di vecchie e nuove conoscenze (un enorme bentornato a tre grandiosi personaggi femminili impossibili da dimenticare e, a quanto pare, da accantonare). Si tratta di emozioni che volgono alla malinconia, all'affetto fraterno, al senso di appartenenza, che vanno a sommarsi a quelle già trattate nei libri precedenti (la paura, lo smarrimento, il senso dell'onore), dimostrando una volta di più che la fantascienza è molto più di astronavi che volano nello spazio. Anche se quelle, diciamoci la verità, ci piacciono un sacco.