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Lettere a Theo Copertina flessibile – 16 maggio 2013
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"Ti preghiamo di riprovare" | — | — |
Copertina flessibile
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- Formato Kindle
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10,00 €
- Lunghezza stampa415 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreGuanda
- Data di pubblicazione16 maggio 2013
- Dimensioni21 x 2.6 x 13.6 cm
- ISBN-108823501725
- ISBN-13978-8823501720
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Dettagli prodotto
- Editore : Guanda (16 maggio 2013)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 415 pagine
- ISBN-10 : 8823501725
- ISBN-13 : 978-8823501720
- Peso articolo : 360 g
- Dimensioni : 21 x 2.6 x 13.6 cm
- Recensioni dei clienti:
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Nelle prime lettere di Vincent i riferimenti ad un’esistenza vissuta secondo i principi evangelici sono incessanti e sarebbero intollerabili, non solo per un atea (come io sono), se non trapelasse un profondo sentimento di afflato con l’umanità e non si rivelasse con quanto sforzo ed umiltà Vincent cercava di portare conforto agli altri, con animo buono e sincero.
Poi Cristo scompare di scena, contemporaneamente alla presa di coscienza che i suoi genitori, così apparentemente devoti, non sono per nulla disposti a tollerare il suo sentimento religioso che si manifesta puro e primitivo, senza gli orpelli della borghesia benpensante e ben vestita. Si, finanche l’abbigliamento disordinato di Vincent è causa di liti coi parenti, figuriamoci la sua intenzione di sposare una povera prostituta! Osteggiato nel tradurre i suoi sentimenti cristiani in azioni compassionevoli, Vincent si allontana dalla religione convenzionale e dalla famiglia, anche se con grande dispiacere e rimorso. Poi si aggravano i disturbi fisici e psichici, dovuti ad una malattia, la porfiria, di origine genetica e aggravati da sifilide, da intossicazione di assenzio, da avvelenamento da digitale (che assumeva per alleviare i disturbi) e non ultimo dai terpeni che inalava dal suo cuscino riempito di canfora (che pensava lo aiutasse a dormire). Questo quadro clinico, esasperato da una costante sensazione di inadeguatezza, di sconfitta e di fragilità mentale e fisica, lo portano a crisi sempre più opprimenti che lo lasciano viepiù senza speranza.
Si conclude nella pazzia la breve vita di un grande artista, dall’animo incontaminato e onesto, un uomo retto e profondamente buono, a noi non rimane che ammirare i suoi dipinti, come il mandorlo in fiore, per apprezzare la sua delicatezza e la sua amabilità , pur nel vortice della sofferenza.
Il libro in questione, seppure valido, è manchevole delle risposte, che pure esistono, della madre e del fratello, che farebbero ulteriore luce sulla vicenda umana del pittore e sui i suoi contrastanti sentimenti filiali, che tanta pena gli hanno arrecato.
Un ottima biografia da poco edita, ma solo in inglese è: Van Gogh: The Life di Steven Naifeh e Gregory White Smith, disponibile in versione kindle.
Quando stai per cedere e buttare in un angolo l'ebook, finalmente (seconda metà dell'epistolario) il buon Van Gogh comincia a parlare del suo lavoro, la pittura. E qui cambia la musica, per fortuna. Scopriamo le sue tecniche geniali di accostamento dei colori (le mele hanno pennellate di rosso e di verde, ma nel mezzo altre armonizzano il tutto con un rosa ottenuto mischiando il rosso col verde ed una punta di bianco. Grandiosa idea!!), capiamo le scelte cromatiche e di soggetto, ci immergiamo nell'odore della trementina.
Nella sua ricerca stilistica ritornano costantemente i nomi di Millet, Monticelli, Courbet, Renoir, Dupré, Delacroix, Huet, Israels, Cabat. Insomma, c'è di che fare indigestione.
Ad un certo punto, Van Gogh fa la descrizione del porto di Anversa ed è un pezzo di letteratura alla Zola (autore da lui molto amato).
Insomma, una stellina per la prima parte e cinque per la seconda, così la media non può che essere tre.
Se poi, domani, qualcuno si ricordasse di fare una ricerca seria su Jo, la cognata di Van Gogh alla quale dobbiamo le lettere, ma soprattutto il riconoscimento mondiale dell'opera di Vincent (il fratello Theo lo amava, ma secondo me non credeva veramente nella sua opera...) allora avremo fatto veramente giustizia di una gran donna schiacciata dalla figura di questo genio scomodissimo.