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![Ottone. Il primo dei Visconti di [Livio Gambarini, Alex Calvi]](https://m.media-amazon.com/images/I/51XchdUCEjL._SY346_.jpg)
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Ottone. Il primo dei Visconti Formato Kindle
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UN UOMO DI DIO DISPOSTO A TUTTO PER OTTENERE CIÒ CHE GLI SPETTA.
LA NASCITA DEL POTERE DEI VISCONTI, I PADRONI DI MILANO.
Un romanzo storico appassionante e magistralmente costruito che ci rimanda la figura di un uomo oltre che di un simbolo, dove la fragilità e l'umanità sono proprio lo spunto per farne emergere la grandezza.
A.D. 1262. Dalle mani di papa Urbano IV, Ottone Visconti riceve finalmente il pastorale di arcivescovo di Milano e, con esso, la cattedra ambita e ricchissima di sant'Ambrogio. È il coronamento di una vita di intrighi e menzogne, che Ottone ha condotto al fianco del diabolico cardinale Ottaviano degli Ubaldini. Ma c'è chi non vede di buon occhio questa investitura: i potenti guelfi della Torre irrompono armati in chiesa al termine della consacrazione. Sono loro a dominare sulla città meneghina, e non intendono rinunciare allo scranno vescovile nemmeno a costo di disubbidire al papa. Ottone, esiliato dalla città che dovrebbe guidare come arcivescovo, comprende di avere solo una via per ottenere ciò che gli spetta: radunare con l'astuzia e la diplomazia tutti i nemici dei della Torre e prendersi Milano con la forza.
Nel corso dei quindici lunghi anni di conflitto riemergono i ricordi del passato del Visconti: la sua giovinezza nel monastero di Piacenza tra fughe rocambolesche, i primi amori e le severe punizioni per il rifiuto dell'autorità. L'incontro con il cardinal Ubaldini, eminenza grigia della sua epoca, che indirizza l'originaria vocazione di Ottone verso una carriera di sottigliezze, ricatti politici e tradimenti, sullo sfondo di un amore tormentato. Ma tra guerre continue, sangue versato per ambizione e una crescente solitudine, Ottone dovrà iniziare a fare i conti anche con sé stesso, e solo un gesto di vero coraggio gli permetterà di comprendere per quale motivo stia affrontando quella lotta, e decidere se ne valga davvero la pena.
- LinguaItaliano
- EditoreEDIZIONI PIEMME
- Data di pubblicazione23 febbraio 2021
- Dimensioni file830 KB
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Dettagli prodotto
- ASIN : B08WCCR8QY
- Editore : EDIZIONI PIEMME (23 febbraio 2021)
- Lingua : Italiano
- Dimensioni file : 830 KB
- Da testo a voce : Abilitato
- Screen Reader : Supportato
- Miglioramenti tipografici : Abilitato
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- Lunghezza stampa : 479 pagine
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Informazioni sull'autore

Autore di narrativa storica, sia realistica (Piemme Edizioni, Silele Edizioni) che fantastica (Acheron Books). Divulgatore di medioevo italiano, videogiocatore incallito, insegnante di narratologia. Membro del team creativo di "Brancalonia" per D&D 5.0; indicato da Geek.com tra i 10 autori non anglofoni più interessanti del fantasy contemporaneo.
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Recensito in Italia il 2 settembre 2022
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La sensazione dopo aver concluso questo romanzo è quella, piacevolissima, di compiutezza e appagamento. Non rimangono questioni in sospeso, ogni tassello va al suo posto e assistiamo al perfezionamento di un arco eroico.
Questa storia si sviluppa su due linee temporali: quella dell’Ottone adulto, ambizioso, senza scrupoli, che agisce per avidità, e quella del giovane Ottone, compassionevole, gioioso, mosso dalla fede e da grandi ideali. Questo artificio assolve a una duplice funzione: quella di creare una progressiva curiosità nel lettore, che si interroga su come il protagonista possa essere diventato un corrotto manipolatore, e quella di costruire l’empatia nei confronti dello stesso. Si comprende allora come ogni minimo dettaglio sia stato progettato per sortire un determinato effetto e questo significa scrivere!
Un’attenzione particolare la voglio riservare all’incipit, che è condotto in maniera magistrale e contiene: i tratti salienti della personalità del protagonista e quindi subito il suo difetto fatale; l’obiettivo esterno e l’ostacolo, che fanno innescare la giusta dose di conflitto; la costruzione dell’empatia, fondata sul presupposto che Ottone è un poco di buono, ma gli altri cardinali sono molto peggio; infine abbiamo anche il delinearsi di un conflitto di relazione causato dal fatal flaw del protagonista. Praticamente, esecuzione da manuale.
Da un punto di vista strutturale, abbiamo due archi opposti: quello principale (presente) che mostra la redenzione di Ottone, quello secondario (passato), la sua deriva. Esattamente ad un quarto di trama, abbiamo il punto di svolta nella prima timeline, e l’incidente scatenante che porta alla fine della fanciullezza di Ottone, nella seconda. Nel mid point, tutto va a rotoli: in protagonista si trova faccia a faccia con il nemico e perde la battaglia di Arona, mentre nell’altra linea temporale, è il conflitto interno a prendere il sopravvento e Ottone perde tutto ciò che gli sta più a cuore. Il terzo atto invece rappresenta la risoluzione per entrambe le linee.
Altro aspetto lodevole è la gestione rigorosa del punto di vista, che viene assegnato a più personaggi (sette per l’esattezza), anche se secondari, per andare a colmare deficit informativi causati dalla focalizzazione interna al protagonista. In altre parole, invece di fornirci le informazioni di cui noi lettori abbiamo bisogno per seguire bene la storia, attraverso dei noiosissimi infodump, o affidandole a personaggi che ci raccontano cose non accadute in scena, di capitolo in capitolo il pov si alterna da un personaggio all’altro, per farci vivere ogni istante in prima persona e permetterci di carpire direttamente dalla scena, i dettagli fondamentali per comprendere ogni passaggio.
I personaggi sono ben costruiti e credibili, grazie a un’ottima applicazione del filtro psicologico (soprattutto per quel che riguarda Ottone e il suo antagonista Napo), così come il contesto storico in cui sono inseriti. È evidente l’accuratezza della documentazione a monte della scrittura e il buon equilibrio tra storicità e parti romanzate. Ciò che gli autori hanno cercato di fare è rimpinguare avvenimenti storici di motivazione ed emozione, creando un’anima a personaggi storici altrimenti persi nel tempo. Se non fosse stato introdotto il personaggio fittizio di Agnese, la storia non avrebbe avuto spessore, né un significato che valesse la pena. Agnese rappresenta la coscienza di Ottone, la verità profonda che lui ha cercato di nascondere tutta la vita, l’amore e l’ispirazione.
Sono molti i messaggi racchiusi in quest’opera. Gli autori hanno disseminato nei dialoghi delle massime, delle frasi importanti che vanno a costituire significato per i lettori più attenti: “tutto ciò che viene lasciato alle circostanze andrà storto”; “le spade più utili sono quelle che restano nel loro fodero”; “nessun uomo è innocente su questa terra”; “l’Onnipotente non manda mai sfide che non possiamo superare”, e “gli affamati di potere sono la rovina della chiesa”, che sa molto di premessa tematica.
Tutto questo apprezzamento significa che quest’opera è perfetta? Certo che no, la perfezione non è cosa di questo mondo.
Soprattutto nella parte iniziale di questo romanzo troviamo dei brevi infodump; sono presenti alcune stampelle temporali e qualche avverbio in mente qua e là, tutte infrazioni volute e usate consapevolmente, per agevolare la fluidità della lettura. Lo stile prevalentemente trasparente, fondato sulla concretezza, la specificità e la corretta applicazione del filtro psicologico, mantiene costante l’immersività del lettore.
Vi è un unico punto della trama che non mi ha convinto, e cioè la rivelazione dei veri sentimenti di Tedaldo per Agnese e per lo stesso Ottone, momento che avrebbe dovuto fungere da colpo di scena, ma che invece non ha sortito questo effetto perché, a mio avviso, non è stata fatta una corretta semina in precedenza. Il triangolo amoroso mi è parso un cliché non ben integrato nella narrazione.
Concludo dicendo che questo romanzo è oggettivamente un esempio di buona scrittura, capace di varcare la soglia del gusto personale. Sono felice di averlo letto e lo consiglierò a tutti coloro che vogliano crescere e affermarsi nell’arte della narrativa.
Potenza, precisione ed enfasi potrebbero essere le tre parole per descrivere questo romanzo storico, che si lascia amare fin dalla prima riga.
Tra verità storica e adattamento narrativo, gli autori raccontano le vicende che portarono il prelato cinquantacinquenne, Ottone Visconti, all’insediamento nella cattedra arcivescovile di Milano.
La narrazione prende avvio, infatti, dal luglio del 1262, al momento della celebrazione per la nomina del Visconti, da parte di papa Urbano IV, ad arcivescovo di Milano, della quale diverrà Signore, diventando il capostipite della dinastia che regnò per oltre un secolo sulla città. Napoleone della Torre, Signore della città lombarda, però, si oppone fermamente alla nomina, scatenando una sanguinosa faida tra le due famiglie che si sviluppa in un arco temporale di quindici anni, fino al 1277. Grazie ad un continuo andirivieni tra passato e presente, però, la vita del protagonista viene raccontata fin dall’inizio della sua carriera ecclesiastica; un sapiente uso dei flashback che, unito ad alcuni focus sugli altri personaggi, permette di svelare i retroscena delle vicende che scorrono tra le pagine.
Gli autori riescono, così, mirabilmente, a mostrarci il personaggio di Ottone Visconti in ogni sua sfaccettatura, mettendo in risalto soprattutto le sue debolezze e le turbolenze del suo animo, rendendolo straordinariamente umano agli occhi del lettore.
Grandissimo punto di forza di questo romanzo sono i dialoghi, che appaiono potenti, calzanti e trascinanti, riuscendo a centrare l’obiettivo di rendere vivi i personaggi.
Le scene sono vivide, dettagliate e costruite con una precisione tale da permettere al lettore di vederle in modo chiaro, senza mai essere tediose; anzi, tra le righe ne traspare tutta la forza evocativa.
Il linguaggio usato dagli autori è assolutamente preciso, curato in ogni minimo particolare e perfetto per calare il lettore nell’epoca narrata. Ogni singola parola è studiata con attenzione per aumentare il grado di suggestione del racconto.
La caratterizzazione dei personaggi è lucida e sapientemente costruita. Dalle pagine, infatti, fuoriescono personaggi disegnati alla perfezione: ogni battuta, ogni gesto, ogni espressione permette al lettore di comprendere appieno la personalità di ognuno di loro. Emergono, così, la brutalità di Napo della Torre, la scaltrezza e il cinismo del cardinale Ubaldini, le incertezze di Ottone, la fermezza della bella Agnese.
La narrazione estremamente coinvolgente induce a divorare le pagine di questo libro che non si vorrebbe chiudere mai.
“Ottone. Il primo dei Visconti” è un romanzo ricco e avvincente, capace di prendere per mano il lettore e sottrarlo alla realtà, per trascinarlo nel Medioevo milanese con impressionante suggestione; senza dubbio uno dei migliori romanzi storici del 2021.
Anche questa volta sono rimasto assolutamente colpito dalla incredibile capacità dell'autore di romanzare la storia in modo da rendere la lettura veramente coinvolgente.
Le pagine scorrono sempre velocemente e gli eventi si susseguono uno dietro l'altro avanti e indietro negli anni, fino a finirle senza nemmeno accorgersene.