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L'arte occidentale della guerra. Descrizione di una battaglia nella Grecia classica. Con Contenuto digitale (fornito elettronicamente) Copertina rigida – 27 giugno 2017
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- Lunghezza stampa281 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreUTET
- Data di pubblicazione27 giugno 2017
- Dimensioni16 x 3 x 24 cm
- ISBN-108851149712
- ISBN-13978-8851149710
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Dettagli prodotto
- Editore : UTET (27 giugno 2017)
- Lingua : Italiano
- Copertina rigida : 281 pagine
- ISBN-10 : 8851149712
- ISBN-13 : 978-8851149710
- Peso articolo : 560 g
- Dimensioni : 16 x 3 x 24 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 90,312 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 709 in Storia antica (Libri)
- n. 938 in Storia militare (Libri)
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Schierata volontariamente in campo aperto, era per gli avversari una temibile quanto inarrestabile forza con la quale si avrebbero avute poche speranze di vittoria.
Lo sterminato impero persiano, tra il 490 con Dario e il 480 con Serse, pagò a caro prezzo la spregiudicatezza e la convinzione che un elevato numero di uomini, seppur male addestrato e privo di efficaci strumenti da combattimento, avrebbe fatto la differenza rispetto al tatticismo degli strateghi greci e al coraggio manifestato dai soldati sotto il loro comando.
Il risultato fu la totale disfatta presso Salamina e Platea che costrinse l’impero più vasto allora conosciuto a far ritorno nei propri domini dando il definitivo addio ai sogni di conquista egei.
Il coraggio dell’oplite, la determinazione, lo spirito di sopravvivenza e libertà unito allo schieramento compatto della falange, dettero da quel momento al mondo greco non solo l’autonomia ma anche le chiavi per il dominio pressoché totale dell’Egeo.
Ma cosa si nasconde dietro l’organizzazione della falange? Come si comportava durante un attacco? Da chi era composta? Che cosa faceva l’oplite quando non era impegnato in una guerra?
Le risposte le troviamo perfettamente esaminate nel brillante libro di V.D. Hanson, studioso e agricoltore, il quale esamina con spiccato approfondimento storico la realtà celata all’interno di un corpo definibile “pseudo militare” tanto elogiato dalla letteratura greca antica quanto in quella moderna con film e romanzi di ogni sorta.
Osservando attentamente le fonti con i dati storico – archeologici, l’autore quasi rigetta l’idea epica di una falange apparentemente costituita da soli eroi pronti a dare la vita per difendere quegli ideali impartiti dalla città d’appartenenza, in virtù di una realtà assai meno nobile, più articolata e senza dubbio più “umana”.
Al di là dell’eccezione spartana, vera e propria elite votata al combattimento e quindi definibile prettamente militare, le altre città della Grecia, Atene compresa, non possedevano un vero e proprio esercito ma ogni cittadino, indipendentemente dalla condizione sociale e fisica, quando gli veniva richiesto doveva dare il proprio contributo in battaglia per la salvaguardia della comunità minacciata dall’onta nemica.
L’oplite era dunque il contadino, l’artigiano, il fabbro, il mercante, il nobile che trascorreva le giornate sbrigando le proprie pratiche ma tenendo all’interno della sua dimora, in bella vista, l’armamentario che avrebbe dovuto utilizzare durante i periodi di guerra.
Alla chiamata, ognuno avrebbe dovuto prendere l’intera panoplia composta da elmo, scudo, corazza, gambali, lancia e spada corta per unirsi agli altri concittadini e prepararsi ad una morte quasi certa.
Hanson, man mano che si addentra nel funzionamento della tattica oplitica strutturata per schieramento, avanzata, attacco, combattimento corpo a corpo, pressione e rotta, traccia un quadro psicologico che lascia al lettore la consapevolezza di uno scontro violento e non privo di traumi e danni collaterali.
Tutti i fattori comportamentali ivi descritti, ossia l’uso dell’alcol negli attimi precedenti la battaglia, il naturale senso di angoscia che spesso portava gli uomini ad orinare o defecare sul posto, la strenua resistenza col fine di non rompere lo schieramento, la difficile comunicazione o comprensione degli ordini per via dell’elmo ingombrante, la vista orribile di corpi mutilati o gravemente feriti, i “caduti” sorretti “in verticale” dalla calca dei due schieramenti, i molteplici rumori, la polvere, le grida di battaglia o dolore e, infine, il silenzio che sanciva l’epilogo, hanno lo scopo non solo di chiarire la brutalità dello scontro frontale, ma di far comprendere che all’interno di quella corazza, vi erano più che eroi, soldati “improvvisati” che lasciando la propria dimora, i propri campi o i loro sogni, sviluppavano una mistura emotiva indescrivibile e difficile da gestire.
Dacché non vi era gloria nella fuga, oltremodo pericolosa, ogni oplite al momento del corpo al corpo intraprendeva una personale guerra in cui ogni istante appariva confuso, annebbiato, disperso e traumatico.
Senza rendersi conto della vittoria o sconfitta, senza avere percezione dell’avanzata o della ritirata, una volta spezzata la lancia e perso lo scudo, l’euforia e la casualità dei colpi divenivano l’ultima ancora di salvezza, e senza più punti di riferimento, egli si trascinava spaesato lungo corpi morenti in balia del calpestio della massa o del colpo di grazia finale.
Il libro di Hanson è un capolavoro d’intensa emotività in quanto, lasciando per un attimo lo stereotipo così eroicamente tramandatoci dalla letteratura classica, restituisce all’oplite la semplice immagine di un essere umanamente preoccupato dell’amara sorte cui sembra inevitabilmente destinato.
Un’idea di morte che lo atterrisce non meno delle modalità con cui essa può sopraggiungere, trafitto da una lancia, calpestato dai propri compagni o nemici, colpito durante un’avanzata o una fuga, privato di un arto o ferito orribilmente all’inguine.
Un modo per ricordare a tutti noi che la guerra è una realtà orrida per chi la vive, tendente a divenire mito nel ricordo dell’audacia o dell’estremo coraggio di un singolo o più, limpido esempio Leonida e i 300 spartani delle Termopili, ma che purtroppo il più delle volte tace sulle tragiche sensazioni, privazioni, angosce e conseguenze vissute dai loro protagonisti.
Queste tutte le sezioni presenti nel libro.
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