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La verità su tutto Copertina rigida – 18 gennaio 2022
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- Lunghezza stampa300 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreMondadori
- Data di pubblicazione18 gennaio 2022
- Dimensioni14.7 x 2.7 x 22.4 cm
- ISBN-108804746149
- ISBN-13978-8804746140
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Dall'editore

“Sono anni che Vanni Santoni porta nella sua ricerca temi in apparenza lontani dalla nostra tradizione, ma che di fatto ne recuperano una parte importante e la avvicinano al futuro: esperienze mistiche, spiritualità, psichedelia in un mondo attraversato anche dalle controculture, dominato da alienazione e nuove tecnologie, dove però la via di fuga è a portata di mano se la sai riconoscere. Espiazione o illuminazione? La verità su tutto è la nuova tappa di questo viaggio verso il cuore del XXI secolo.”
NICOLA LAGIOIA

"Il tessuto narrativo di questo romanzo è una rete dove ci ritrovi Silesius e l’esicasmo, Giorgio Colli e la house, la Toscana e l’India paradisiaca e illusionistica, filosofi e fricchettoni, Stanislav Grof, Lanza Del Vasto e LSD, i DJ e gli dei, pellegrini e motociclisti, l’Appennino dionisiaco e sacro, c’è veramente di tutto e tutto scorre che è un piacere. Sono preso benissimo da questo libro. Una specie di party di filosofia danzata."
LORENZO JOVANOTTI

“Titolo folgorante e lievemente ironico, La verità su tutto introduce il lettore in un universo in cui misticismo, free party, neoplatonismo, psichedelia, collettivi universitari e controcultura degli anni Zero si amalgamano a formare un intreccio narrativo molto suggestivo.”
CHIARA FENOGLIO, La lettura
Dettagli prodotto
- Editore : Mondadori (18 gennaio 2022)
- Lingua : Italiano
- Copertina rigida : 300 pagine
- ISBN-10 : 8804746149
- ISBN-13 : 978-8804746140
- Peso articolo : 470 g
- Dimensioni : 14.7 x 2.7 x 22.4 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 126,957 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 10,584 in Narrativa contemporanea (Libri)
- n. 11,678 in Religione (Libri)
- n. 14,218 in Narrativa letteraria
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Terminata la lettura, ciò che rimane con me è:
- una storia interessante sul viaggio umano e spirituale e ciò che esso comporta,
- un finale soddisfacente oltre che l'unico possibile per il tipo di storia raccontata,
- molti stimoli da approfondire, cogliere e studiare,
- un senso di riconoscenza e inquietudine
nei confronti dell'autore per aver trattato i temi di cui sopra con coraggio e al di là di facili luoghi comuni. Lo ripeto: applausi per il modo in cui l'autore riesce a portare alla nostra attenzione di occidentali più o meno cristiani ma contemporaneamente più o meno nichilisti tematiche religiose e spirituali, portandoci passo passo a scoprire che sono semplicemente...umane. Un ulteriore applauso per una capacità oggi più unica che rara: l'assenza di giudizio!
Tra i lati negativi di questo romanzo, trovo:
- l'impossibilità di identificarsi o empatizzare con la protagonista o con uno qualsiasi dei personaggi descritti, sommersi da pensieri, riflessioni e dallo stile contorto dell'autore
- uno stile di scrittura estremamente esasperante, fastidioso, contorto, che finisce per ostacolare tutto: descrizioni, dialoghi, semplici narrazioni, momenti filosofici....Lo stile dell'autore è il punto debole di questo romanzo, che a tratti sembra non essere stato nemmeno rivisto ma stampato direttamente dopo una prima bozza.
La seconda metà, invece, l'ho trovata un po' didascalica, intrisa di uno spiritualismo codardo e senza nerbo, che ama solo fare sfoggio di inutile e anzi pedante erudizione (erudizione che può impressionare un novizio delle filosofie orientali, ma all'ennesima menzione del Vijnanabhairava o dello Spanda ho iniziato a roteare gli occhi: figurarsi, poi, se poteva mancare il Bardo Thodol, che quasi temevo non l'avesse inserito...E invece eccolo spuntare nel finale!).
A volte mi è parso che l'autore - non sapendo più dove dirigere la storia, mancandogli quel senso della tempestività che sempre meno romanzieri possiedono - abbia iniziato a gettare nella storia tutte le belle letture che ha fatto di recente, tutte le cause che sostiene, i suoi autori preferiti, nella speranza che in qualche modo offuscassero la vacuità assoluta del finale in cui è riuscito persino a tirare in ballo le Ypg, giusto per buttarvi dentro un po' di Kurdistan e Confederalismo Democratico, che magari qualcuno chiudeva il libro col dubbio atroce che Vanni Santoni non fosse dalla parte dei deboli e degli oppressi...Insomma, mi sarebbe piaciuto che uno scrittore del suo talento avesse avuto l'umiltà di lasciar parlare la storia, invece di parlare (e predicare) attraverso di essa. O comunque che rendesse l'artificio un po' meno evidente e grossolano.